tag:blogger.com,1999:blog-43756801931796671992024-03-28T00:54:56.643+01:00Sara DurantiniQuesto è il sito web di Sara Durantini. Libri editi oltre a racconti, brevi saggi e articoli pubblicati, nel tempo, su riviste, periodici e blog. Gli ambiti di interesse: autobiografia femminile, letteratura al femminile. Tra le autrici che hanno suscitato maggiormente il suo interesse: Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux, Anaïs Nin, Nathalie Léger, Sylvia Plath, Simone de Beauvoir, Virginia Woolf, Anne Sexton, Chandra Livia Candiani, Alice Munro.
SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.comBlogger1373125tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-65658877691650486432024-03-21T09:37:00.000+01:002024-03-21T09:37:10.988+01:00Parigi svelata nel libro di Julien Green<p><b> --<i>Parigi</i>, Julien Green, (Adelphi, 2023, traduzione di Marina Karam)--</b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Nell’opera
di <b>Julien Green, <i>Parigi</i>,</b> risuona l’eco della parola di Andrea Zanzotto, con
la sua personalissima ricerca, quel tendere al legame quasi indissolubile tra un
luogo e la condizione quotidiana ed emotiva dell’uomo che lo abita, il bisogno
di introiettarlo, di farlo proprio, di raccontarlo per raccontarsi. Ma come
riuscire nell’impresa se di un luogo già è stato detto tutto, trasformato in
opera d'arte, mitizzato? “Chi guarda nelle profondità di Parigi ha le vertigini”,
scriveva Victor Hugo, catturando la complessità della città. Una complessità
che non impedisce a Green di offrirci un ritratto appassionato di Parigi attraverso
una lingua riconoscibile, sapiente, lucidissima e generosa proprio come la
città stessa che si concede generosamente ai nostri sguardi. Parigi viene
svelata, ricordo dopo ricordo. L'anima della città, messa a nudo, racchiude la
storia dello scrittore e di coloro che hanno attraversato la sua vita, che
l'hanno conosciuto o semplicemente incrociato. L'esistenza di uno si riflette
in quella di molti e, attraverso gli occhi dello scrittore, ci troviamo tutti
quanti catapultati in quella profondità che induce vertigini, come narrato da
Hugo. “Niente di più fantastico, niente di più tragico, niente di più superbo”.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3GJLji1MFgTv6fxZ-TiiOjHrnsBiBgJ8m_0KdQUzu9_0aDaLiCQEyPi6iFEmWGCPd5Fq9397pz82jL1eGke4-WLMZqEi9hTQ7fNuCXY0huz6Je0Bs9zN8ExSAAx4zDosWsvHOTt7atr23dLBWr27F_n25ufeuYIKtXH9zqwCuv6g6-Ms0B-gtGdQRF8Rm/s940/parigi%20julien%20green_.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="788" data-original-width="940" height="536" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3GJLji1MFgTv6fxZ-TiiOjHrnsBiBgJ8m_0KdQUzu9_0aDaLiCQEyPi6iFEmWGCPd5Fq9397pz82jL1eGke4-WLMZqEi9hTQ7fNuCXY0huz6Je0Bs9zN8ExSAAx4zDosWsvHOTt7atr23dLBWr27F_n25ufeuYIKtXH9zqwCuv6g6-Ms0B-gtGdQRF8Rm/w640-h536/parigi%20julien%20green_.png" width="640" /></a></div><br /><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span><p></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-27409125043661597022024-03-08T11:53:00.000+01:002024-03-11T10:36:46.351+01:00Donne che raccontano Donne - Laboratorio di scrittura autobiografica<p><b style="background: 0px 0px rgb(255, 255, 255); border: 0px; color: #222222; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="background: 0px 0px; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: inherit; font-size: large;"><br /></span></span></b></p><h1 style="text-align: left;"><b><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Laboratorio di scrittura <u>in presenza</u></span></b></h1><div style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">Ciclo di otto incontri tenuto da tre scrittrici: Patrizia D'Antonio, Sara Durantini, Raffaella Gambardella.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><p><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;"></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La scrittura autobiografica femminile, a differenza di quella maschile, ha sempre dovuto fare i conti sia con il mondo interiore sia con quello esteriore delle scrittrici. Partendo da questa considerazione, quello che viene proposto nel corso è un viaggio alla scoperta del potere della voce femminile che si articola in otto incontri. Non è un tradizionale corso di scrittura, ma piuttosto un'opportunità per immergersi nelle opere di alcune delle voci femminili più influenti del Novecento. Attraverso l'autobiografia, scrittrici come Colette, Marguerite Duras, Tove Ditlevsen, Annie Ernaux (vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022), <span style="font-size: 16px; text-align: left;">Ada D’Adamo, </span><span style="font-size: 16px; text-align: left;">Chiara Mezzalama, </span><span style="font-size: 16px; text-align: left;">Clara Sereni, Giovanna Profumo, </span>hanno esplorato la propria identità e il loro rapporto con gli altri. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Insieme, analizzeremo e approfondiremo le opere di queste scrittrici che hanno saputo narrare sé stesse, indagando la propria identità e tessendo relazioni complesse con l'Altro, offrendo spunti riflessivi sul proprio essere nel mondo. Questo percorso si rivelerà una fonte inesauribile di ispirazione, offrendo nuove lenti attraverso cui guardare non solo alla letteratura, ma anche alla vita stessa.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Gli incontri saranno arricchiti da discussioni interattive, laboratori di scrittura autobiografica, analisi testuali dettagliate e momenti di confronto aperto, dove ogni partecipante potrà portare la propria voce e prospettiva. Questo ciclo di incontri rappresenta un'opportunità imperdibile per chiunque desideri approfondire la propria conoscenza delle narrazioni autobiografiche femminili, imparare a leggere tra le righe e scoprire il potere trasformativo della scrittura e della lettura.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBJwDIR2lv4-4cS8bZfNt9096EF7cYhPZIsSO8Tpi3CX8fsEpZ7pQQEhJVdbNRL4erj22aO7-GRRBLjy5AjMfhZWSsaEydH6wP_zlcnpGfBRXywJNeKB_uPFyxmCOuwcUQ9US9SmDhOeixIavJN41whSACnyxvjLqj4BOzfDUswtm4ntDOVluiS-gKh4k1/s940/Donne%20che%20raccontano%20donne.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="788" data-original-width="940" height="511" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBJwDIR2lv4-4cS8bZfNt9096EF7cYhPZIsSO8Tpi3CX8fsEpZ7pQQEhJVdbNRL4erj22aO7-GRRBLjy5AjMfhZWSsaEydH6wP_zlcnpGfBRXywJNeKB_uPFyxmCOuwcUQ9US9SmDhOeixIavJN41whSACnyxvjLqj4BOzfDUswtm4ntDOVluiS-gKh4k1/w610-h511/Donne%20che%20raccontano%20donne.png" width="610" /></span></a></div><span style="font-family: inherit;"><br /><br /></span><p></p><div style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-large;">Calendario degli incontri 2024</span></div><div><span><span style="font-family: inherit;"><b><i>Gli incontri si svolgeranno presso la libreria Bookstorie di Via Valsassina, 15 - 00141 Roma.</i></b></span></span></div><div><span><span style="font-family: inherit; font-size: large;"><b style="font-size: large;"><br /></b></span></span></div><div><span><span style="font-family: inherit; font-size: large;"><b style="font-size: large;">Calendario del corso completo</b></span></span></div>
<p class="MsoNormal"></p><ul style="text-align: left;"><li><span style="font-family: inherit;"><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">4 Aprile </span>dalle ore 18.00 alle 19.30 </b><br />con P. D'Antonio e R. Gambardella<br /></span><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Autobiografia o mémoire? Scrivere per raccontarsi e raccontare il
dolore, l’amore, la vita. Consigli di lettura da effettuare in questa chiave: Come
d’aria di Ada D’Adamo, Le nostre perdute foreste di Chiara Mezzalama.</i><o:p></o:p></span></span></p><span style="font-family: inherit;"><br /></span></li><li><span style="font-family: inherit; font-size: 16px;"><b>17 Aprile dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br />con P. D'Antonio e R. Gambardella<br /><p class="MsoNormal"><i><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Biografia e autobiografia.
Dall’intervista al testo. Immagine e testo: scrivere per un blog. </span><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Seguire alcuni passaggi per trasformare una biografia in
un'autobiografia:</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><i><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">Riflettere
sulla propria vita. Quali sono gli eventi più significativi? Quali sono le
sfide superate? Cosa ha formato la persona che si è oggi?</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><i><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">Identificare
i temi centrali: cosa si vuole che emerga nel racconto dell’autobiografia?
Potrebbe essere la crescita personale, le sfide superate, le relazioni
significative, o i successi.</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><i>Come strutturare l’autobiografia. Si può seguire un
approccio cronologico, raccontando la storia dall'infanzia all'età adulta, o
organizzarla tematicamente, focalizzandosi su aspetti specifici della vita.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><i>Il
gioco dei regni di Clara Sereni<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><i>Come
si fa di Giovanna Profumo</i><o:p></o:p></span></p><br /></span></li><li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><b>2 maggio <o:p></o:p></b></span><span style="font-size: 16px;"><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br />con S. Durantini<br /><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Il gesto autobiografico: dalla
scrittura di Marguerite Duras a quella di Annie Ernaux<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>L’Amante (Feltrinelli)<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Memoria di ragazza (L'orma)</i><o:p></o:p></span></p><br /></span></span></li><li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><b>15 maggio <o:p></o:p></b></span><span style="font-size: 16px;"><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br />con S. Durantini<br /><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Scrittura autobiografica come
impegno politico per Annie Ernaux, Premio Nobel 2022<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>La donna gelata (L'orma)<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>L'Evento (L'orma)<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Gli Anni (L'orma)<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Guarda le luci, amore mio
(L'orma)</i><o:p></o:p></span></p><br /></span></span></li><li><span style="font-family: inherit; font-size: 16px;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><b>29 maggio <o:p></o:p></b></span><span><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br />con P. D'Antonio e R. Gambardella<br /><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Testi autobiografici: La
madeleine di Marcel Proust: raccontare una storia tratta dalla propria vita a
partire da un oggetto/ricordo. <o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Testi autobiografici:
racconto una storia tratta dalla mia vita a partire da una musica/canzone e/o
una ricetta.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Autobiografia come cura di sé,
riflessioni e esercitazioni</i><o:p></o:p></span></p><br /></span></span></li><li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><b>5 giugno <o:p></o:p></b></span><span style="font-size: 16px;"><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br />con S. Durantini<br /><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Oltre il materno: la scrittura
autobiografica di Colette all'ombra di Sido<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Sido (Adelphi)</i><o:p></o:p></span></p><br /></span></span></li><li><span style="font-family: inherit; font-size: 16px;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>12 giugno <o:p></o:p></b></span><span><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br />con P. D'Antonio e R. Gambardella<br /><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Dall’intervista al testo
biografico/autobiografico: Donne con lo zaino. Letture ed esercitazioni sui
blog.</i><o:p></o:p></span></p><br /></span></span></li><li><span style="font-size: 16px;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>19 giugno <o:p></o:p></b></span><span><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br />con S. Durantini<br /><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Le parole come tracce: la
trilogia di Copenaghen di Tove Ditlevsen<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Infanzia (Fazi)<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Gioventù (Fazi)<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><i>Dipendenza (Fazi)</i></span></p></span></span></span></li></ul><div><i><br /></i></div><h1 style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-large; font-weight: normal;">Prenotazione e pagamento</span></h1><div><span style="font-family: inherit;">Il corso deve essere pagato in anticipo usando i link seguenti. La ricevuta di pagamento deve essere conservata ed esibita per poter aver accesso alle lezioni.</span></div><div><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div><span style="font-family: inherit;">E' possibile acquistare l'intero corso e partecipare a tutti gli incontri o acquistare separatamente gli incontri tenuti da Sara Durantini o quelli tenuti da Patrizia D'Adamo e Raffaella Gambardella.</span></div><div><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div><span style="font-family: inherit;">Per qualsiasi richiesta o delucidazione contattare Sara Durantini all'indirizzo email <a href="https://www.corsierincorsi.it/p/contatti.html" target="_blank">presente su questo sito</a>.</span></div><div><b style="font-size: large;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div><div><b style="font-size: large;"><a href="https://www.paypal.com/instantcommerce/checkout/NL9ZC9YVN4HZS" target="_blank"><span style="font-family: inherit;">Acquista il corso completo</span></a></b></div><div><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b><a href="https://www.paypal.com/instantcommerce/checkout/97MUWRSK92RTC" target="_blank"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Acquista solo calendario degli incontri tenuti da P. D'Antonio e R. Gambardella</span></a></b></div><div><ul><li><span style="font-family: inherit;"><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;">4 Aprile </span>dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br /></span></li><li><span style="font-family: inherit; font-size: 16px;"><b>17 Aprile dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br /></span></li><li><span style="font-family: inherit; font-size: 16px;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>29 maggio <o:p></o:p></b></span><span><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br /></span></span></li><li><span style="font-family: inherit; font-size: 16px;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>12 giugno <o:p></o:p></b></span><span><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b></span></span></li></ul></div><div><h1><b><a href="https://www.paypal.com/instantcommerce/checkout/ND4XQRS2N4CBQ" target="_blank"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Acquista solo calendario degli incontri tenuti da S. Durantini</span></a></b></h1><div><ul><li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>2 maggio <o:p></o:p></b></span><span style="font-size: 16px;"><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br /></span></span></li><li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>15 maggio <o:p></o:p></b></span><span style="font-size: 16px;"><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b></span></span></li><li><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>5 giugno <o:p></o:p></b></span><span style="font-size: 16px;"><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b></span></span></li><li><span style="font-size: 16px;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"><b>19 giugno <o:p></o:p></b></span><span><b>2024 dalle ore 18.00 alle 19.30</b><br /></span></span></span></li></ul></div></div>
<div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><a href="https://forms.gle/mce6tQapma4zEvPU7" target="_blank"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;"><b>Richiedi fattura</b></span></span></a></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-20877310108189247572024-03-05T22:30:00.000+01:002024-03-05T22:30:03.860+01:00Women and Their Bodies<p style="text-align: justify;"> <span style="font-size: medium;"><b>--Verso la Giornata internazionale dei diritti delle donne--</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p style="text-align: justify;">Nel mese di maggio del <b>1969</b> presso l'<b>Emmanuel College di Boston</b> si svolse la <b><i>"Conferenza per la Liberazione Femminile"</i></b>. Tra gli svariati eventi in programma, spiccava un seminario intitolato <i><b>"Donne e i loro Corpi"</b></i>. Qui, un gruppo di donne condivise le proprie esperienze con gli operatori sanitari, esprimendo la frustrazione per la mancanza di conoscenze riguardanti il proprio corpo, <b>il corpo delle donne.</b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXjHMpWHtmswRaFMg2Q7ZqAnGzYsoC9HSeUgEEpNAj5mIpR4KKW5l_y_UXrJKTySpXZfE0tvTFH09GczHZ78fXRdWOufhw_AG0FR_A7uTfmdddeDP2y0D2H2cqEX-41aw0gRWZcznJv8eHisI70eYAdcqlECdNATOIT82pxtLdgaYMLUDO6tFQplS1YuxR/s748/44344974.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="748" data-original-width="499" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXjHMpWHtmswRaFMg2Q7ZqAnGzYsoC9HSeUgEEpNAj5mIpR4KKW5l_y_UXrJKTySpXZfE0tvTFH09GczHZ78fXRdWOufhw_AG0FR_A7uTfmdddeDP2y0D2H2cqEX-41aw0gRWZcznJv8eHisI70eYAdcqlECdNATOIT82pxtLdgaYMLUDO6tFQplS1YuxR/w426-h640/44344974.jpg" width="426" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;">Le discussioni e i temi emersi durante il seminario ispirarono le partecipanti a fondare il "Gruppo dei Dottori", precursori del <i>Boston Women’s Health Book Collective</i>. Il loro obiettivo era approfondire la comprensione del corpo femminile, della sessualità e delle relazioni, creando uno spazio inclusivo per la condivisione di esperienze e informazioni.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Ben presto si rese evidente che le informazioni condivise all'interno del gruppo avrebbero avuto un impatto ancora maggiore se avessero raggiungessero un pubblico più vasto, composto non solo da donne, ma anche da uomini e professionisti medici. Questo atteggiamento sfidava l'establishment medico e mirava a migliorare le cure mediche rivolte alle donne.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Nel 1970, il collettivo si unì alla New England Free Press per pubblicare un libro intitolato <b><i>"Women and Their Bodies"</i></b>, composto da 193 pagine di carta da giornale pinzata. La pubblicazione fu rivoluzionaria per la sua franchezza nel trattare argomenti come la sessualità e <a href="https://www.corsierincorsi.it/2020/02/recensione-libro-levento-di-annie-ernaux.html" target="_blank">l'aborto</a> (all'epoca illegale negli Stati Uniti), e per il suo prezzo accessibile di soli 75 centesimi.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Questo lavoro collettivo coinvolse dodici autrici: Ruth Bell Alexander, Pamela Berger, Vilunya Diskin, Joan Ditzion, Paula Doress-Worters, Miriam Hawley, Elizabeth MacMahon-Herrera, Judy Norsigian, Jane Pincus, Wendy Sanford, Norma Swenson e Sally Whelan. Ognuna di loro affrontò un tema specifico, impegnandosi a consultare medici ed esperti per garantire informazioni accurate e dettagliate.</p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-35240824958797365632024-03-05T10:31:00.004+01:002024-03-11T10:35:50.408+01:00Manifesti femministi '70-'90. Immagini dagli archivi della Fondazione Elvira Badaracco<p> <span style="text-align: justify;"> </span><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><b>--Verso la Giornata internazionale dei diritti delle donne--</b></span></p><div><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><b>Inaugurazione della mostra "Manifesti femministi '70-'90. Immagini dagli archivi della Fondazione Elvira Badaracco"</b></span></div><div><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><b><br /></b></span></div><div><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><b><br /></b></span></div><div><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggeqGXAAGHEOc4z13E9drxz5tJbj5jiQ3UE34Ox_ErB-lYRE6OYeSLeNTLaDnOXORVcbzrBafYWho2lEUE6reooJ6oEOhw4BnL1etEWe6LlZSiG7CJ_BNn63v92gT33hqvnOmmW5XFAtc6X8ahdpcrZXKsUtdBA2IC7_oDReQi4nRO4AUJzSYzuAZe29D0/s843/432270757_712850581039156_5402662092117329726_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="843" data-original-width="843" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggeqGXAAGHEOc4z13E9drxz5tJbj5jiQ3UE34Ox_ErB-lYRE6OYeSLeNTLaDnOXORVcbzrBafYWho2lEUE6reooJ6oEOhw4BnL1etEWe6LlZSiG7CJ_BNn63v92gT33hqvnOmmW5XFAtc6X8ahdpcrZXKsUtdBA2IC7_oDReQi4nRO4AUJzSYzuAZe29D0/w640-h640/432270757_712850581039156_5402662092117329726_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><b><br /></b></span></div><div><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><b><br /></b></span></div><div><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><b><br /></b></span></div><div><span style="font-size: medium; text-align: justify;"><div>L'inaugurazione della mostra <i><b>"Manifesti Femministi '70-'90: Visioni dagli Archivi della Fondazione Elvira Badaracco"</b></i> avrà luogo presso la Sede Centrale della Biblioteca di Ateneo (edificio U6 Agorà, piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano) il mercoledì 6 marzo 2024, alle ore 17:00.</div><div><br /></div><div>La giornalista e scrittrice Tiziana Ferrario modererà il dialogo con:</div><div><br /></div><div>Franca Bimbi, rappresentante della Fondazione Elvira Badaracco</div><div>Marina Calloni, direttrice del Centro di Ricerca Dipartimentale ADV</div><div>Fulvia Giachetti, ricercatrice post-doc assegnista PRIN</div><div>Sveva Magaraggia, del Centro Interuniversitario per le Culture di Genere</div><div>Elisabetta Ruspini, direttrice del Centro Interdipartimentale per gli Studi di Genere-ABCD</div><div>Patrizia Steca, presidente del Comitato Unico di Garanzia di Ateneo</div><div>Maria Grazia Riva, Pro-Rettrice per l'Orientamento, le Politiche di Genere e le Pari Opportunità, che porterà i saluti istituzionali in qualità di Presidente dell’Osservatorio per le Pari Opportunità (OPO).</div><div><br /></div><div><br /></div><div>La mostra rimarrà aperta al pubblico presso la <b>Sede Centrale della Biblioteca di Ateneo</b> (edificio U6 Agorà, piazza dell’Ateneo Nuovo 1, <b>Milano</b>) <b>fino al 27 aprile 2024.</b></div></span></div>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-38132286309833228332024-03-01T10:59:00.015+01:002024-03-18T12:15:53.991+01:00Dalla lettera di Virginia Woolf alla sorella Vanessa Bell<p style="text-align: justify;">--Voce alle Donne--</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Vorrei continuare a viaggiare di città in città per tutta la vita, girovagare tra le rovine e guardare le golette che arrivano in porto, e innamorarmi delle ragazze italiane, che assomigliano tutte ai disegni di Millais sul Cornhill; vorrei anche scrivere; e non si riesce; ma forse i libri è più piacevole immaginarli, ed è quello che faccio tutto il giorno.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Virginia Woolf alla sorella Vanessa Bell</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8FXRde2PTM6-fIU7itP6PCb00fpG2K-_gJVpYlN39AHvC3VfOnSodTh2bGEib5ATm6pwFx6_Y6gfX9yezdgr9OREcl6QPqkBXXpXT9gKu274zRoQHClX80gQf4yo0CcIifwe2AAZRW_3-mUKRGke4B2hedw3rEYier9MXw8r6IyikeoL0-pQ8qTRmt77P/s1800/426261726_724638173184746_4571573527188425572_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="1800" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8FXRde2PTM6-fIU7itP6PCb00fpG2K-_gJVpYlN39AHvC3VfOnSodTh2bGEib5ATm6pwFx6_Y6gfX9yezdgr9OREcl6QPqkBXXpXT9gKu274zRoQHClX80gQf4yo0CcIifwe2AAZRW_3-mUKRGke4B2hedw3rEYier9MXw8r6IyikeoL0-pQ8qTRmt77P/w640-h640/426261726_724638173184746_4571573527188425572_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-58625539247135428892024-02-22T11:19:00.014+01:002024-03-18T11:32:18.430+01:00Voce alle Donne: ricordando Renata Viganò<p> --Voce alle Donne--</p><p><br /></p><p>“Seduta sulla panca zoppa dentro la capanna, immaginò di essere per morire, che il cuore si arrestasse come una macchina. Le dispiaceva che per quel suo grande corpo pieno di carne, che sarebbe rimasto lì, ingombrante, e per la buca fonda che i compagni avrebbero dovuto scavare: una fatica dura, con quel caldo, e la terra tanto asciutta. Pensava all'inutilità dei cadaveri, che bisognava vegliare, lavare, seppellire. Sarebbe bello che la morte li disfacesse, come distrugge i sensi, la ragione, la coscienza, la forza dell'individuo; quando uno muore non dovrebbe rimanere niente di lui, una nuvola, un respiro, e il posto vuoto dove è caduto”.</p><p><br /></p><p><i>L'Agnese va a morire,</i> Renata Viganò</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB1xHzGpF-fqKyOs-HqhgYFQTfYI-96dCr4hzu8EqDR2r_pfkTOPbP1_ETF8QcmfeF2ykpbRrlsfdYzl9PXIcO4HXJ08eVJ6jqUWBgTnYDJU89p_uJu_CEf6rYB3BXioU0w03qSYrClja1QQHBC2dtwwaogiTrUvz03laEFqAyAu9rG9Sr9odGhwHUqhlg/s1280/Lagnese-va-a-morire.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB1xHzGpF-fqKyOs-HqhgYFQTfYI-96dCr4hzu8EqDR2r_pfkTOPbP1_ETF8QcmfeF2ykpbRrlsfdYzl9PXIcO4HXJ08eVJ6jqUWBgTnYDJU89p_uJu_CEf6rYB3BXioU0w03qSYrClja1QQHBC2dtwwaogiTrUvz03laEFqAyAu9rG9Sr9odGhwHUqhlg/w640-h360/Lagnese-va-a-morire.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-17097783598517981972024-01-11T12:04:00.004+01:002024-03-18T12:15:07.665+01:00Di Concetta e le sue donne<p style="text-align: justify;"> --Voce alle Donne--</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">“Le tenebrose risonanze della parola comunista si confondono, nella mia infanzia tra guerra fredda e ricostruzione, alla sensazione dell’ineguagliabile calura della campagna, in cui ogni estate dei conoscenti di famiglia ci ospitavano: fara di scirocco dove d’improvviso si spegneva il sibilo dell’insetto, mentre i lavoranti stagionali continuavano a raccogliere cotone dalle basse pianticelle, o a completare, foglia dopo foglia, i lunghi filari di tabacco da appendere ai telai ed essiccare al sole; talvolta un estemporaneo gioco per me, ignara – nella circoscritta temporalità dell’infanzia in cui la conoscenza della vita coincide con l’immediata, e impotente, esperienza di essa – delle loro dure condizioni lavorative, così come nulla sapevo delle lotte contadine di quegli anni in Sicilia. Dei comunisti, invece, e della Russia seppi subito, da mio padre, grande lettore di giornali, al ritorno dall’ufficio dove ogni giorno si recava con mezzi di fortuna – un passaggio su un carretto, l’autobus e spesso a piedi – ci riferì che la Madonna piangeva a Siracusa; per colpa dei comunisti, aggiunse: terrifica parola che qualche anno dopo sentii ripetere con orrore e sgomento dalle suore dove, con grandi sacrifici alimentari di tutta la famiglia, andavo a scuola”.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Di Concetta e le sue donne</i>, Maria Attanasio </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxRUCh0ZynVw8hU9xO9fouKwJ3zytLvEp3lAHhV0oj5Ye73YAE_R18XhE9YCucjjAjaYP4zV5FIHw-KkuDdxs2pFdk_HtRZusMRT1cdiy1XgNUVw-kO56IW1ZhDu7sw7z9cfVQWQMb1Gnk15diim4ulNRgaR0wHKWc1xSbUDB1Np53gdaVuHZ2rstYNNbq/s1300/Di-Concetta-e-le-sue-donne-04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="870" data-original-width="1300" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxRUCh0ZynVw8hU9xO9fouKwJ3zytLvEp3lAHhV0oj5Ye73YAE_R18XhE9YCucjjAjaYP4zV5FIHw-KkuDdxs2pFdk_HtRZusMRT1cdiy1XgNUVw-kO56IW1ZhDu7sw7z9cfVQWQMb1Gnk15diim4ulNRgaR0wHKWc1xSbUDB1Np53gdaVuHZ2rstYNNbq/w640-h428/Di-Concetta-e-le-sue-donne-04.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both;"><span style="font-size: x-small;">Dallo spettacolo tratto dal romanzo omonimo di </span><span style="font-size: small;">Maria Attanasio - drammaturgia e regia di Nicoleugenia Prezzavento con Rita Fuoco Salonia e Simona Di Gregorio - Produzione Nave Argo associazione culturale</span></div></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p><div style="text-align: justify;"><br /></div>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-79214728882553971822023-11-27T17:17:00.003+01:002024-03-18T11:08:44.467+01:00Adrienne Rich, Nato di donna. La maternità in tutti i suoi aspetti. Un classico del pensiero femminile<p style="text-align: justify;">--Voce alle Donne--</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Patriarcato è il potere dei padri: un sistema socio-familiare, ideologico, politico in cui gli uomini — con la forza, con la pressione diretta, o attraverso riti, tradizioni, leggi, linguaggio, abitudini, etichetta, educazione e divisione del lavoro determinano quale ruolo compete alle donne (…) Sotto il patriarcato posso vivere avvolta in un purdah o guidare un camion; posso allevare i miei figli in un kibbuz o essere il solo sostegno di una famiglia senza padre o partecipare a una manifestazione per la legge sull’aborto con un bambino in braccio; posso essere un “medico scalzo” in un villaggio della Cina popolare, o vivere in una comune di lesbiche della Nuova Inghilterra; posso diventare un capo di stato per diritto di nascita o per elezione o lavare la biancheria della moglie di un miliardario; posso preparare il caffè a mio marito tra le pareti d’argilla di un villaggio berbero o vestire la toga accademica, quale che sia il mio status o la mia posizione, la classe sociale a cui appartengo, o le mie preferenze sessuali, io continuo a vivere sotto il potere dei padri, e a me saranno aperti privilegi o influenza solo nella misura in cui il patriarcato e disposto a concedermeli, e solo a condizione che io paghi il prezzo dell’approvazione maschile</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p>Adrienne Rich, Nato di donna, Milano, Garzanti, 1977</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3BtbRP394dZhRTywcX697AhOtuz2ykby_nJzw7JPUt57f0W8QCf0urtjwS3sFtGw5WHqnykETGzrbDVz9ClYHqhylDm_vYhUWV3-0VYJ9gliIRw3lDLT8fxkrpc6nEuihTIZOOBog5BjelTzgX83LsJXoUwm-NC4rPPEO85JrcTNLfHODwRsrZKjlgjtU/s1600/adrienne-rich-mark-ford.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1600" height="432" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3BtbRP394dZhRTywcX697AhOtuz2ykby_nJzw7JPUt57f0W8QCf0urtjwS3sFtGw5WHqnykETGzrbDVz9ClYHqhylDm_vYhUWV3-0VYJ9gliIRw3lDLT8fxkrpc6nEuihTIZOOBog5BjelTzgX83LsJXoUwm-NC4rPPEO85JrcTNLfHODwRsrZKjlgjtU/w640-h432/adrienne-rich-mark-ford.jpg" width="640" /></a></div><p><br /></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-85724625251342128902023-11-12T16:04:00.004+01:002023-11-28T20:54:59.751+01:00Verso il 25 novembre. Sulla memoria storica, culturale, politica e sociale delle donne e dei movimenti femministi dagli anni Settanta ad oggi <p style="text-align: justify;">Raccontare per raccontarsi. Guardare a come e a chi eravamo per capire l'intensità, le motivazioni, i valori e tutto ciò che ha contribuito a costruire la geografia culturale del <b>femminismo negli anni Settanta</b> poi diversificatasi nelle pluralità di prospettive che hanno portato, nei decenni successivi, alla nascita di numerosi <b>spazi, fisici e virtuali, pensati, voluti e ideati dalle donne per le donne.</b></p><p style="text-align: justify;">La florida e prolifica <b>eredità di questa storia</b>, non lontana nel tempo, arriva fino ai giorni nostri e l'unico strumento che abbiamo per capirla e conoscerla fino in fondo per comprendere realmente la geografia culturale del femminismo odierno è la lettura dei <b>libri che hanno fatto la storia del femminismo. </b></p><p style="text-align: justify;">Leggere, quindi, per conoscere il nostro passato ed avere una <b>visione consapevole e critica nei confronti del presente e delle prospettive future,</b> per non essere schiave delle mode del momento che cavalcano l'onda delle tendenze.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYJY4MHyW7cfz6qKPNF9-BinpjGpYHsdpqiFdUgEZ-sQaHztCuMxw5ZaDwo5rocwp6bRhHKju4w0UlzxaHTe3kV5xDdMoFt_sD_QosCEz5f5ylmaz2wz9HFWgx7ZCb3K6PDGur3jqBJJzXr4nFjErGFyp4CI3K-RJlLtcHuVjqxsNlOEm-uWjE9A78AjtY/s800/paola%20agosti%201978.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="521" data-original-width="800" height="417" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYJY4MHyW7cfz6qKPNF9-BinpjGpYHsdpqiFdUgEZ-sQaHztCuMxw5ZaDwo5rocwp6bRhHKju4w0UlzxaHTe3kV5xDdMoFt_sD_QosCEz5f5ylmaz2wz9HFWgx7ZCb3K6PDGur3jqBJJzXr4nFjErGFyp4CI3K-RJlLtcHuVjqxsNlOEm-uWjE9A78AjtY/w640-h417/paola%20agosti%201978.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"> <span style="font-size: x-small;">Convegno internazionale sulla violenza contro le donne alla Casa delle Donne in via del Governo Vecchio, 1978. Foto dall'archivio fotografico di Paola Agosti sul movimento femminista il premio “Tempo ritrovato”.</span></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Il secondo sesso</i> di Simone de Beauvoir, Il Saggiatore (trad. Mario Andreose e Roberto Cantini), 1961</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Il sesso inutile. Viaggio intorno alla donna</i> di Oriana Fallaci, Rizzoli, 1961</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Noi e il nostro corpo - scritto dalle donne per le donne</i> del Movimento di liberazione delle donne di Boston, Feltrinelli, 1974</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Speculum. L'altra donna </i>di Luce Irigaray, Feltrinelli, 1975</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Donnità. Cronache del Movimento Femminista Romano</i>, Centro di Documentazione del Movimento Femminista Romano, 1976</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Taci, anzi parla. Diario di una femminista </i>di Crala Lonzi, Scritti di Rivolta Femminile, Milano, 1978</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Soggetto nomade: Femminismo e crisi della modernità</i> di Rosi Braidotti, Donzelli, 1995</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Cosa vuole una donna – Storia, politica, teoria. Scritti 1981/1995</i> di Alessandra Bocchetti, La Tartaruga edizioni, 1995</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Pornografie. Movimento femminista e immaginario sessuale </i>di Michi Staderini, Manifestolibri, 1998</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Il femminismo degli anni Settant</i>a a cura di Teresa Bertilotti e Anna Scattigno, Viella, 2005</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile</i> di Alice Ceresa, Nottetempo, 2007</p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p style="text-align: justify;"><i>Libreria delle donne di Milano. Un laboratorio di pratica politica</i> di Chiara Martucci, Franco-Angeli, 2008</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Storia delle donne: da Eva a domani</i> di Michela Zucca, Simone edizioni, 2010</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Il corpo delle donne</i> di Lorella Zanardo, Feltrinelli, 2010</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Memorie di una che c'era. Una storia dell'Udi</i> di Marisa Rodano, Il Saggiatore, 2010</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>L’emancipazione malata. Sguardi femministi sul lavoro che cambia</i>, Ornella Bolzani, ed. Libera Università delle Donne, 2010</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Pratiche di scrittura femminista. La rivista "Differenze" 1976-1982</i> di Federica Paoli, Fondazione Elvira Badaracco - Franco Angeli, 2011</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Il movimento femminista in Italia. Esperienze, storie, memorie</i> di Fiamma Lussana, Carocci, 2012</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Le leggi delle donne che hanno cambiato l'Italia</i> a cura di Fondazione Nilde Iotti, Futura editrice (prima ed. 2013, seconda ed. aggiornata e ampliata 2019)</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>L'Italia delle donne. Settant'anni di lotte e conquiste</i> a cura di Fondazione Nilde Iotti, con scritti di P. Amendola, G. Brunelli, G. Falconi, B. Ferri, R. Filippetto, V. Fiorillo, M. Garavaglia, D. Gottardi, P. Locatelli, A. Loretoni, S. Mancini, M. T. A. Morelli, L. Orlandini, R. Palanza, E. Riva, F. Rosa, F. Russo, R. Russo Jervolino, C. Tarantelli, F. Taricone, L. Turco, Donzelli editore, 2018 </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>I Monologhi della vagina</i> di Eva Ensler, Il Saggiatore, 2018</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Se nascerai donna</i> di Oriana Fallaci, Rizzoli, 2019</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>La città femminista </i>di Leslie Kern, Treccani, 2021 </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Se la felicità… Per una critica al capitalismo a partire dall’essere donna di Rossana Rossanda, Christa Wolf, Alessandra Bocchetti, VandAedizioni, 2021</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>“Mai più sole” contro la violenza sessuale. Una pagina storica del femminismo degli anni Settanta </i>di Nadia Maria Filippini, Viella 2022</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Il nemico principale 1. Economia politica del patriarcato</i> di Christine Delphy, VandAedizioni, 2022</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Basta lacrime. Storia politica di una femminista 1995-2000</i> di Alessandra Bocchetti, VandAedizioni, 2022</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Sorella Outsider. Scritti politici</i> di Audre Lorde, Meltemi, 2022</p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p style="text-align: justify;"><i>Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell'identità</i> di Judith Butler, Laterza, 2023</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Una storia dei diritti delle donne</i> di Alessandra Facchi e Orsetta Giolo, Il Mulino, 2023</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Sputiamo su Hegel. La donna clitoridea e la donna vaginale</i> di Carla Lonzi, Rivolta Femminile Milano 1974, editrice Gammalibri Milano 1982, La Nave di Teseo 2023</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><i>Anni di rivolta. Nuovi sguardi sui femminismi degli anni Settanta e Ottanta</i> a cura di Paola Stelliferi e Stefania Voli, Viella, 2023</p><p style="text-align: justify;"><br /></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-18643380229847943842023-10-15T12:54:00.002+02:002023-10-15T16:18:35.184+02:00Incontri online: Laboratorio di scrittura autobiografica<p style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">Incontri online in collaborazione con la Libreria Come un fior di loto di Federica Cavalli </span></b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Partendo dalla figura di <b>Annie Ernaux</b>, donna e scrittrice che ha fatto della sua vita un'autobiografia privata e collettiva al tempo stesso attraverso una scrittura che è necessità e urgenza, ogni incontro sarà una vera e propria occasione per entrare nel cuore dei libri di Ernaux analizzandoli da un punto di vista linguistico, stilistico e strutturale. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Verranno forniti gli strumenti per poter affrontare un testo complesso come quello di Annie Ernaux e per produrre un testo di fiction e/o autofiction. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAqT6YEb3OkZrNCIjpXIES3YWNYBHSCqcOjqiaItTuXaIvdF0k0MEkdT_aFeTXq68g-Wp8G7t3MlwYGtBY5fzX23DIixg1_J7AWTMd60QAujE-3aP8mztqWUsoMQRfXOT13bbUR9W1XU6nS7qALC-obWWJkYOxpw9m02u5pE7CcodF3yCb1kVPSeO3JAzI/s1054/corso-scrittura-autobiografica-ernaux.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1054" data-original-width="843" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAqT6YEb3OkZrNCIjpXIES3YWNYBHSCqcOjqiaItTuXaIvdF0k0MEkdT_aFeTXq68g-Wp8G7t3MlwYGtBY5fzX23DIixg1_J7AWTMd60QAujE-3aP8mztqWUsoMQRfXOT13bbUR9W1XU6nS7qALC-obWWJkYOxpw9m02u5pE7CcodF3yCb1kVPSeO3JAzI/w512-h640/corso-scrittura-autobiografica-ernaux.jpg" width="512" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Un ciclo di incontri online che prevede l'analisi e il commento dei libri della scrittrice francese premio Nobel per la letteratura nel 2022 e per imparare a scrivere un testo biografico e autobiografico. </b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">18 ottobre 2023 dalle 20:00 alle 21:30</p><p style="text-align: justify;">25 ottobre 2023 dalle 20:00 alle 21:30</p><p style="text-align: justify;">8 novembre 2023 dalle 20:00 alle 21:30</p><p style="text-align: justify;">15 novembre 2023 dalle 20:00 alle 21:30</p><p style="text-align: justify;">22 novembre 2023 dalle 20:00 alle 21:30</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;">Programma</span></b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"></p><ul><li><span style="font-size: medium;">La scrittrice della memoria: la voce femminile di Annie Ernaux</span></li><li><span style="font-size: medium;">Dall'autobiografia all'auto-socio-biografia: Una donna e Il posto</span></li><li><span style="font-size: medium;">Memoria e autobiografia. La scrittura fotografica nei libri di Annie Ernaux</span></li><li><span style="font-size: medium;">Lingua dei dominati e dei dominanti: la scrittura autobiografica come strumento politico e sociale per vendicare le proprie origini</span></li><li><span style="font-size: medium;">Voce al corpo: L'evento, Memoria di ragazza, L'usage de la photo</span></li></ul><p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Un ciclo di incontri online aperto a tutte e a tutti. </b></p><p style="text-align: justify;"><b>Per info e iscrizioni: scrivete e/o chiamate Federica Cavalli </b></p><p style="text-align: justify;"><b>340.7280347 segreteria@comeunfiordiloto.it </b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-49065075186668043272023-09-27T10:36:00.006+02:002023-10-15T11:01:39.548+02:00"Io non so cos'è scrivere". Marguerite Duras raccontata da Yann Andréa in Questo amore<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: inherit; font-size: 15px; white-space-collapse: preserve;">C'è un amore che grida, chiede aiuto, affonda e riemerge in un dolore che diventa, ben presto, riflesso di quella stessa storia, tormentata e ossessiva, quella narrata da <b>Yann Andréa in <i>Questo amore</i> pubblicato da Fve editori</b>. Giovane e introverso studente di filosofia, Yann Andréa abbandona la vita così come la conosceva per vivere </span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: inherit; font-size: 15px; white-space-collapse: preserve;"><a style="color: #385898; cursor: pointer; font-family: inherit;" tabindex="-1"></a></span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: inherit; font-size: 15px; white-space-collapse: preserve;">Duras. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: inherit;">Yann Andréa e Marguerite Duras. Di loro avevo già scritto in uno dei miei libri*, immaginandoli a bordo della Peugeot 104, all'alba. I volti illuminati dai primi raggi di sole sul molo di Honfluer. Abitavano insieme da alcuni mesi dopo che lui, il ventitreenne studente di filosofia, era stato al cinema Lux di Caen per assistere alla proiezione di<i> India Song</i> e aver ascoltato la voce di Duras in seguito alla visione della pellicola. L'incontro con lei, quel primo incontro fu fatale. </span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TiCTCZZnIBhfWkldUQGm553cFRHGHkRI1M-gDFF2UP_JbWoG0hlVqEZsPE3ZLBWBvxRDeUXR7enljOYRMw04uh5-y6PyvhIiMh5KsyJK9pGpSlaz7UZSFXVzVjp0ie6x7HhQAsIZEeiOuPBGp77lJpse3pfl-XvB9Y5elSWbj26EHoULJm-i-TuaU4iZ/s703/383960680_370915298591666_5032607592831715391_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="703" data-original-width="526" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TiCTCZZnIBhfWkldUQGm553cFRHGHkRI1M-gDFF2UP_JbWoG0hlVqEZsPE3ZLBWBvxRDeUXR7enljOYRMw04uh5-y6PyvhIiMh5KsyJK9pGpSlaz7UZSFXVzVjp0ie6x7HhQAsIZEeiOuPBGp77lJpse3pfl-XvB9Y5elSWbj26EHoULJm-i-TuaU4iZ/w299-h400/383960680_370915298591666_5032607592831715391_n.jpg" width="299" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Qualche tempo
prima, Yann Andréa aveva letto per caso <i>I cavallini di Tarquinia</i>. Folgorato dalla scrittura di Duras, attraversato dalle
sue parole, un turbinio di emozioni aveva messo in moto le zone più profonde e
recondite di Yann. Impossessato dalla scrittura di Duras, Yann Andréa non poteva
perdere l’occasione di conoscere colei che faceva tremare ogni parte del suo
corpo. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Lo vedo mentre
si avvicinava al cinema Lux, lo vedo mentre la cerca con gli occhi sulle note della
voce di Jeanne Moreau. Vedo il suo sguardo estasiato mentre ascolta le parole
di colei che già ama di un amore senza amore. È ammaliato, Yann Andréa, non
come gli altri ma più degli altri. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Lo guardo
mentre si avvicina a Marguerite. Tra le mani stringe il libro <i>Détruire, dit-elle. </i>Le chiede una dedica e poi aggiunge, con voce tremante, se può scriverle delle lettere, se può dargli un
indirizzo al quale spedirle. Inaspettatamente lei accetta e gli fornisce lo
stesso indirizzo che sarà il luogo nel quale si rifugerà, molti anni dopo, alla
morte di Marguerite Duras.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Lui le scriverà
per cinque anni consecutivi, senza ricevere risposta. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Non poteva
sapere che Marguerite Duras aveva ricominciato a bere proprio l’anno del loro
incontro. Stretta nella morsa della sua solitudine, Duras riviveva i dolori
della sua vita. Ritornava in modo ossessivo sulla sua storia. Travolta dalla
propria ossessione, Duras era logorata da ricordi troppo ingombranti per essere
lasciati nel posto in cui si trovavano ma, allo stesso tempo, troppo importanti
per essere ignorati. Duras non impedì che la corrente li allontanasse, tuttavia
nell’atto stesso di immergere la lenza nella memoria, lei lasciò che l’acqua
portasse a galla quello che era rimasto sul fondo per tanto, troppo, tempo. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Per cinque
lunghi anni, le lettere di Yann Andréa portarono una luce nel buio della stanza
di Marguerite Duras. Le sue parole
denotavano un trasporto empatico senza eguali. Nessuno, in quel periodo, era
riuscito a entrare così in profondità nel suo universo. Nessuno, eccetto
quel giovane studente di filosofia. Lo stile linguistico, l’intensità del
linguaggio… tutto nelle lettere di Yann era permeato dall’universo durassiano. </p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Nel 1980, dopo
due mesi di ricovero ospedaliero, Duras inviò a Yann Andréa l’opera <i>L'homme
assis dans le couloir</i> e questa volta fu lei ad essere ricambiata con il
silenzio. Non si arrese, continuò ad inviare scritti al giovane Yann. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Non smisero di
scriversi fino alla fine di agosto del 1980 quando Duras inviterà Yann Andréa a
bere un bicchiere di vino a casa sua. Fu in quel momento che Yann lasciò tutto
e si trasferì da Marguerite a Trouville, un’ora di strada da Caen, anni luce
distante dalla vita da studente che aveva condotto fino al giorno prima.</p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: inherit;">Inizia così una storia che durerà fino alla scomparsa di Duras. Gli ultimi sedici anni della vita di Marguerite Duras sono raccontati da Yann Andréa. Più di un compagno, più di un amante. Yann Andréa diventa Duras prima leggendola poi vivendola e poi ancora scrivendo di lei. Perché c'è solo una cosa che può salvare Yann Andréa ed è scrivere di questo incomparabile amore.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-size: 15px; white-space-collapse: preserve;"><span style="color: #050505; font-family: inherit;">Un passaggio tratto da <i>Questo amore</i>: <i>"Lei non sa chi scrive. Fino all’ultimo giorno dice: io non lo so chi scrive, io non so cos’è scrivere. E nonostante ciò scrive, lo fa ogni singolo giorno della sua vita, scrive anche quando non scrive. Vede qualcosa. Non si può resistere. Sa che non ne vale la pena, che scrivere non sostituirà l’assoluto, che non sarà mai raggiunto Dio, e però bisogna farlo, bisogna tentare questa quotidiana umiltà, scrivere, provare a raggiungere la parola."</i></span></span></p><div class="x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r x1vvkbs xtlvy1s x126k92a" style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space-collapse: preserve;"><div dir="auto" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La traduzione dell'opera è di Lamberto Santuccio e la prefazione è di Sandra Patrignani.</span></div><div dir="auto" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div dir="auto" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div dir="auto" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">*Il libro di cui parlo è <a href="https://www.corsierincorsi.it/p/levento-della-scrittura.html" target="_blank"><i><b>L'evento della scrittura. Sull'autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras e Annie Ernaux </b></i>(13lab editore)</a></span></div></div>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-57003795461873594142023-09-06T11:03:00.003+02:002023-10-15T11:12:24.837+02:00Parola di Rainer Maria Rilke<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;"><span style="font-family: inherit;">"Nasciamo, per così dire, provvisoriamente, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo e ogni giorno più definitivamente".</span></span></p><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;">(Rainer Maria Rilke, Lettere milanesi)</span><br style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;" /><br style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;" /><br style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px;" /><br /></span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj723kDAALrwsk_t89LCoXn0CB8FXBzkcUyiXySPoygFRFowNIbmRzhCapH1et71GPnm7Sh3ChZwE0mgfQE2KabskQVdFjV_yf6agHS5RDUHoy1l7An9vMWAXBlIdrofoveDY3KInd4jz3aNqqyTi4MKFghZ6y5FxjKQkx2uvUf24qXmQTgU9xYK3BXi3Dq/s503/375465340_6939274319444907_5335890299010008086_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="503" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj723kDAALrwsk_t89LCoXn0CB8FXBzkcUyiXySPoygFRFowNIbmRzhCapH1et71GPnm7Sh3ChZwE0mgfQE2KabskQVdFjV_yf6agHS5RDUHoy1l7An9vMWAXBlIdrofoveDY3KInd4jz3aNqqyTi4MKFghZ6y5FxjKQkx2uvUf24qXmQTgU9xYK3BXi3Dq/w640-h446/375465340_6939274319444907_5335890299010008086_n.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-size: 15px; text-align: left;">Hermann Albert</span></td></tr></tbody></table><br />SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-40212202407136400272023-09-01T11:13:00.004+02:002024-03-18T11:07:05.894+01:00Parola di Luisa Muraro<p style="text-align: justify;">--Voce alle Donne--</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">“Saper parlare vuole dire, fondamentalmente, saper mettere al mondo il mondo e questo noi possiamo farlo in relazione con la madre, non separatamente da lei”.</p><p><br /></p><p>(Luisa Muraro, <i>L’ordine simbolico della madre</i>)</p><p><br /></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIIqPjEZwGZpGOIjEwGEdT7wrL4nCXeJcnyiFcwAfNIC0cUZuoMV82yEGcOlmIh9qSGjA6XzZAjIjrBupYfhBpy3lLLQTGUtXNObPCLui0ep8jiG051SbpSptbNxAqv1rnItmyyoLwAYbpJAhrGKubTlALcHjseyYBbhc3W3BkjLfgjgCD8mCRLnEa57H8/s450/357147673_6717329114972763_973013944310613447_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="359" data-original-width="450" height="510" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIIqPjEZwGZpGOIjEwGEdT7wrL4nCXeJcnyiFcwAfNIC0cUZuoMV82yEGcOlmIh9qSGjA6XzZAjIjrBupYfhBpy3lLLQTGUtXNObPCLui0ep8jiG051SbpSptbNxAqv1rnItmyyoLwAYbpJAhrGKubTlALcHjseyYBbhc3W3BkjLfgjgCD8mCRLnEa57H8/w640-h510/357147673_6717329114972763_973013944310613447_n.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">Hermann Albert, Donna che legge</span></td></tr></tbody></table><br /><p><br /></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-55497086032774932122023-08-10T14:14:00.004+02:002023-08-10T14:14:00.151+02:00Lol V. Stein. Tutte le donne di Marguerite Duras<p><br /></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">L'occhio di
<b>Marguerite Duras</b> si muove come la macchina da presa. L'obiettivo si ferma sul
casinò di <b>T. Beach</b>. Interno. Sala da ballo. L'orchestra smette di suonare, la
pista si svuota. Due donne l'attraversano. "Alte tutt'e due, costruite
allo stesso modo". <b>Lol V. Stein</b> accompagnata dal fidanzato Michael
Richardson verso il bar, in fondo alla sala da ballo, guarda la più anziana
delle due donne farsi avanti con quella "grazia abbandonata, flessuosa, da
uccello morto". <b>Anne-Marie Stretter </b>è il suo nome. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUr0I2LQ0H6SQPANH0jon5iDpofkM0Xv24KJL7imL_XHRbg3FiTZZDTYS7yJZIjn-CKTI9E1Xlu41LX4Uxig5AiwWKjPGgB61_7k6iFtHUp1lAta-FCHapGkCvvL9w8Ss5l-hv8hxfmGH2OsKk-M3y7Svai-lXfz9BmnXWQeao19WVk8-zf7XaZCynweyR/s4640/1690717366410.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4640" data-original-width="3472" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUr0I2LQ0H6SQPANH0jon5iDpofkM0Xv24KJL7imL_XHRbg3FiTZZDTYS7yJZIjn-CKTI9E1Xlu41LX4Uxig5AiwWKjPGgB61_7k6iFtHUp1lAta-FCHapGkCvvL9w8Ss5l-hv8hxfmGH2OsKk-M3y7Svai-lXfz9BmnXWQeao19WVk8-zf7XaZCynweyR/w478-h640/1690717366410.jpg" width="478" /></a></div><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ora l'obiettivo
inquadra Michael Richardson, il suo volto "prosciugato nella pienezza
dell'età matura: dolore (...) antico, della prima età". È in quel momento
che inizia la nuova storia di Michael Richardson, mentre si allontana da<b> Lol V.
Stein, </b>mentre accompagna <b>Anne-Marie Stretter </b>al centro della pista per un
ballo. L'ultimo. Prima di scomparire insieme a lei nel chiarore dell'alba. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Adesso la macchina da presa
riprende<b> il rapimento di Lol V. Stein. </b>Un corpo emaciato che si lascia andare
alla follia dell'abbandono, alla mancanza. Accanto a lei, solamente una
persona: l'amica d'infanzia Tatiana Karl. Non sarà Michael Richardson a
mancarle bensì qualcosa che lei stessa riusciva a trarre dalla loro relazione.
Una forza? Una ragione d'essere, d'esistere? <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">L'inquadratura
si sposta nel tempo e nello spazio. U. Bridge è la cittadina dove Lol V. Stein
diventa una nuova donna. Si sposa, ha tre figlie. Riorganizza la sua vita allo
stesso modo di come gestisce la sua casa. Ma il destino la riporta a <b>S.Thala,</b>
il luogo del rapimento, della sua perdizione. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">La macchina da
presa segue Lol mentre vaga senza meta per la città che non somiglia più a
quella della sua giovinezza. È durante questi vagabondaggi che Lol incontra
Tatiana Karl, l’amica d’infanzia, e scopre la sua doppia vita con l’amante
Jacques Holt. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Cosa accade a Lol V. Stein quando
viene a conoscenza della relazione clandestina tra Tatiana Karl e Jacques Holt?
Quale antico dolore si ridesta nella sua anima già ferita? Dieci anni dopo il suo
“rapimento”, si ricompone una triade amorosa dove proprio Lol V. Stein è il
fulcro, la struttura portante che può mettere fine alla storia stessa. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Chiuso il
libro, resta solamente una domanda. <b><i>Chi è Lol V. Stein? </i></b>Chi è questa giovane
donna che ritorna qualche anno dopo ne<b> <i>L’amore</i></b>? Chi è questa ragazza la
cui identità sembra fondersi con <b>Hélène Lagonelle ne <i><a href="https://www.corsierincorsi.it/2013/01/lamante-di-marguerite-duras-feltrinelli-recensione.html" target="_blank">L’amante</a></i></b>? Chi è
costei che stupisce per la sua imprudenza nel volersi esporre all’amore, un
amore mai appagato, una passione mai pienamente realizzata e goduta? <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b>"Ancora
oggi sono incapace di dirvi come ho scritto <i>Agatha</i>, <i>Il rapimento di
Lol V. Stein</i>, <i>Il viceconsole</i>, <i><a href="https://www.corsierincorsi.it/2021/06/hiroshima-mon-amour-sguardi-sul-cinema.html" target="_blank">Hiroshima</a></i>… Mi trovo nell’impossibilità
totale di dirvi come questo sia stato fatto, come ciò sia accaduto. Ma quando
li rileggo sono stupita, mi dico: ‘Cosa mi è successo?’ Non capisco bene. È
così, scrivere. Bisogna dirlo molto semplicemente. Non si è completamente
responsabili di ciò che si scrive".</b> Nell'aprile del 1981 Marguerite Duras
si raccontò a Suzanne Lamy e André Roy che poi curarono e diedero alle stampe
il libro <b><i>Marguerite Duras a Montréal</i>. </b><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><br /></b></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB2ncOU4KLoMec5VlJrHGcOxpF2EHiqeAcu9POmNZ4zbLi3G07c4j0FZu2w4eKR5uSNoQncCjPchEx9iC8pLLJHJhnk5lPD6MVLb-XlRLM6N3Li0oGUslm1sYrcGpYyFcxQ-EUaY2EOhvvf9TiMD5i0sy9uS24WsfcSVrNb6aPcA2w4XDUKEgAmLqrPc4a/s580/duras.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="493" data-original-width="580" height="544" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB2ncOU4KLoMec5VlJrHGcOxpF2EHiqeAcu9POmNZ4zbLi3G07c4j0FZu2w4eKR5uSNoQncCjPchEx9iC8pLLJHJhnk5lPD6MVLb-XlRLM6N3Li0oGUslm1sYrcGpYyFcxQ-EUaY2EOhvvf9TiMD5i0sy9uS24WsfcSVrNb6aPcA2w4XDUKEgAmLqrPc4a/w640-h544/duras.png" width="640" /></a></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Anni dopo, Duras scriverà: <b>“Tutte
le donne dei miei libri, qualunque sia la loro età, derivano da Lol V. Stein.
Da un certo oblio di sé. Hanno tutte gli occhi chiari. Tutte sono imprudenti,
incaute. E tutte sono causa della loro infelicità”.</b><o:p></o:p></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-4937036908226869962023-08-03T07:00:00.001+02:002023-08-03T07:00:00.146+02:00Anniversari e ricorrenze letterarie. Ritratto di Colette<p><i>In occasione dell'anniversario della scomparsa di Colette (Saint-Sauveur-en-Puisaye, 28 gennaio 1873 - Parigi, 3 agosto 1954), pubblico alcune pagine a lei dedicate e inserite nel mio libro <a href="https://www.corsierincorsi.it/p/levento-della-scrittura.html" target="_blank">L'evento della scrittura. Sull'autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux</a> (13lab Editore, Milano 2021). </i></p><p><i><br /></i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjG8OQVehkrh6JjtIgHBZfNnozgx084sneirlG5aq0C_lZkqUSAayyP4OSv_tSJ4SfEpIT36oXwGaU1jbBqvpFT4U4mOyQLVUcqCB7RdF7sH0XTFldv5-D8k4PJTL2ZE5gDaSYDQ0DxtuddoZjIO9EkIDogDYbJq_e6_qlvhtzajSuSHOqDpZAlFMZfaH2/s2048/colette.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1482" data-original-width="2048" height="464" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjG8OQVehkrh6JjtIgHBZfNnozgx084sneirlG5aq0C_lZkqUSAayyP4OSv_tSJ4SfEpIT36oXwGaU1jbBqvpFT4U4mOyQLVUcqCB7RdF7sH0XTFldv5-D8k4PJTL2ZE5gDaSYDQ0DxtuddoZjIO9EkIDogDYbJq_e6_qlvhtzajSuSHOqDpZAlFMZfaH2/w640-h464/colette.jpg" width="640" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Abbagliati
dalla luce delle sfere di vetro policrome, risaliamo i gradini che portano
all'ingresso del Métro Palais Royal-Musée du Louvre. La sinfonia cromatica del C<i>hiosco
dei Nottambuli</i>, opera realizzata e completata nel 2000 da Jean-Michel
Othoniel per festeggiare il centenario della metropolitana parigina, accompagna
lo sguardo su Place Colette. Tra la solennità storica del Palais Royal e
dell'Hotel du Louvre si inseriscono nuovi livelli di esperienza cittadina:
storiche caffetterie poi diventate ristoranti, luoghi d'incontro per artisti e
intellettuali, <i>flâneurs</i> postmoderni che vivono lo spazio pubblico
parigino come dimensione individuale animati da uno spirito indipendente e
distaccati dalla massa.</p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">All'interno del
perimetro di Place Colette non è difficile immaginare, per qualche istante,
quel brulicare incessante che caratterizzava Parigi sul finire del XIX secolo, quando
i riflettori si accendevano sulla Tour Eiffel durante l'Expo francese del 1889,
che anticipava solo di qualche anno la successiva Exposition Universelle del
1900, di gran lunga la più sfavillante e sfarzosa di tutti i tempi. Allora, la
gloriosa Parigi, metropoli di grandi investimenti architettonici e culturali,
fungeva da catalizzatrice per artisti e <i>viveurs</i> provenienti da tutto il
mondo. Erano gli anni ruggenti: l'Europa stava mutando a ritmi incalzanti e il
vecchio continente sembrava ruotare attorno alla città per eccellenza
"dove si balla e si gode". La musica riprodotta dai primi fonografi
risuonava per le vie e all'interno dei cafés, delle brasserie, dei bistrot in
un gorgogliare di voci, risate, scalpiccii, abbracci. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">I decenni a
cavallo tra i due secoli vedevano gli spazi pubblici parigini divenire spazi di
sosta: la meditazione passava dall'interno all'esterno dell'individuo seduto su
una sedia con un bicchiere di assenzio in mano. Questo paesaggio urbano di
inizio Novecento sembra disvelare il segreto di Parigi narrato da Balthus: la Ville
Lumière rinnovata e riqualificata è l’unione, architettonica e sociale, di
villaggi (gli arrondissements) e boulevards metropolitani fino agli anni ’50,
quando lo straniamento d’oltreoceano invade quella che si credeva essere l’imperturbabile
capitale. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Assistiamo a questi
mutamenti frenetici e roboanti attraverso gli occhi di Colette. Stesa su quella
che lei stessa chiama la zattera, il divano-letto che all’occorrenza veniva spostato
verso l’unica finestra della sua camera nell’appartamento dove ha trascorso gli
ultimi dieci anni della sua vita al Palais-Royal, Colette osserva il passeggio
parigino. Come un <i>flâneur</i> d’altri tempi, dall’alto della sua camera da
letto, il suo sguardo si posa sulla piazza gremita, la stessa che nel 1966 per
volere della sua unica figlia verrà nominata Place Colette. Maestosa nella sua
austerità, riecheggiante dell’onnipotenza del Cardinale Richelieu, la piazza è
il palcoscenico di una teatralità ormai dimentica dei fasti della gloriosa
belle époque, nel proscenio si lavano rigagnoli di sangue della Seconda guerra
mondiale. Il tempo sta subendo un’ulteriore accelerazione, Colette ne è
spettatrice passiva. Costretta in una stanza dal clima afoso per proteggere le
ossa dall’artrite, le pareti illuminate dalla luce di un paralume ceruleo,
Colette scrive il suo ultimo libro, <i>Le fanal bleu,</i> circondata da ninnoli
venati da seducente malinconia. Significativi sono gli incontri narrati e non
gli accadimenti. Le persone e non le cose. Il suo attaccamento passionale e a
tratti morboso per l’umana compagnia la porta ad essere sempre in ascolto,
sempre in osservazione, soggetto e oggetto al tempo stesso di scoperta ed
esplorazione. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Donna di
lettere e di cultura, figura centrale anche negli ultimi anni della sua vita,<i>
</i>Colette non smette di osservare il mondo, trafitta dall’inesorabile
scorrere del tempo. Lo accoglie, allo stesso modo di come accoglie i visitatori
che accompagneranno il periodo conclusivo della sua esistenza. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Alla luce del
paralume, affacciata alla finestra della sua camera, Colette ripercorre la sua
vita non con nostalgia ma con dinamismo, come suggeriscono le ultime righe de <i>Le
fanal bleu</i>. Incontri e storie che vengono a galla, momenti che si
intrecciano tra loro costituendo la più autentica delle mappature
autobiografiche che uno scrittore possa fare di se stesso, esprimendo con
grande forza e vigore il ruolo della scrittura quale depositaria della memoria,
talismano per superare gli anni.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Alla vigilia
del suo ottantunesimo compleanno Colette ha quasi smesso di scrivere, le poche
righe che riesce a mettere su carta sono quasi indecifrabili. Resta in silenzio
per periodi sempre più lunghi, sta perdendo la memoria. I dolori uniti alla
sordità creano un alone di isolamento e solitudine attorno a lei dal quale riesce,
talvolta, a riemergere grazie alle cure e alle attenzioni di Maurice. In uno
degli ultimi messaggi che ha registrato per il pubblico in seguito all’uscita
del film <i>Il grano in erba</i>, a gennaio del 1954, tratto dal suo omonimo romanzo
per la regia di Claude Autant-Lara, Colette lascia trasparire, ancora una
volta, la sua forza e il suo attaccamento alla vita: “In tutta la mia esistenza
ho studiato la fioritura più che ogni altra manifestazione di vita. È qui per
me che sta il dramma più essenziale, non nella morte, che non è altro che una
banale sconfitta”.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">La fioritura ci
riporta al giardino della sua infanzia nel piccolo borgo del comune di Yonne, Saint-Sauveur
in Puisaye. Nell’immagine della fioritura è da ravvisare l’origine di quello
che la stessa Colette chiama il suo alfabeto narrativo, all’ombra della madre
Sido. È dal giardino
di Saint-Sauveur in Puisaye e dalle mani operose di Sido che dobbiamo cominciare. </p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Che strana
creatura Sido! Emancipata prima che il termine stesso diventasse un vocabolo
tra l’alta borghesia parigina. Artefice inconsapevole della parola magnificata
della figlia, Sido è colei che trova il modo di vivere “il suo tempo migliore
d’indipendenza prima che i più mattinieri avessero aperto le persiane”. Selvatica
trasformista, crudele e al tempo stesso orgogliosa della sua crudeltà, Sido declassa
il matrimonio, proprio lei che ha assaggiato ben due esperienze coniugali a dir
poco contrastanti tra loro. Solenne e austera, nella sua statuaria imponenza
ammiriamo Sido, incarnazione della Madre, mentre si erge regina del regno
vegetale, tra fiori vermigli, boccioli dai petali magenta, evanescenze porpora
e corallo, stretta nel ritratto paesaggistico impressionista dell’opulenta e
corposa Borgogna.</p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Perché è tra la
natura che Sido trova la sua collocazione identitaria. Spogliata dalle
necessità e dagli obblighi dei lavori domestici, Sido recupera il suo equilibrio
nel giardino. È proprio lì che Sido “entra”, abbandonando le mura domestiche e
la loro sdolcinata friabilità famigliare, per vestire gli abiti dimessi da
lavoratore incallito e affondare le mani grevi nella terra gelata. Nel suo
regno Sido ritrova se stessa, si sente a suo agio. Mentre svanisce ogni
preoccupazione, Sido si prende cura delle sue rose, le guarda negli occhi
sollevandole in quello strano modo che Colette definisce “par le menton pour
les regarder en plein visage”.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Le mani della
Madre, callose, ruvide, possenti, scavano dei solchi nella carne di Colette,
figlia e bambina, per tracciare la linea di demarcazione tra lei e la genitrice,
come il giardino delimita l’esistenza di Sido. E se all’interno del giardino
non è possibile entrare se non autorizzati dalla Madre, allo stesso modo il
raggio d’azione di Colette è circoscritto dalle volontà della stessa Sido.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></p><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Si dipana
un’atmosfera meravigliosamente eccitante, dove la maniacale attenzione ai
movimenti del corpo della Madre diventano per Colette la ricerca, incessante e
frustrante, del contatto con il mondo materno. Un contatto che non trova
accoglienza, un grido che non viene ascoltato. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Nell’animo di
Sido è racchiusa la dicotomia umana tra etica e desiderio, tra sentimento e indifferenza:
la sovrana del regno vegetale apre la sua casa ai gatti randagi, ai vagabondi e
alle serve incinte ma è anche colei che vive senza amore e senza pecca “curando
scialle e mortaio con mani sentimentali”. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p> </o:p></p><p></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-22698412255417394412023-07-31T16:06:00.002+02:002023-07-31T16:28:33.335+02:00Ascolta la playlist tratta dal libro «Annie Ernaux. Ritratto di una vita».<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj64xB4oPVA2sDDvRRnbNClsj2QVzJKtIw28onjA9QDH32Lgwle7nxwmYPdCJn7EOjA0MKJb_71xLyxl_-LPbreQ6yOngnVjiEhQORuaRXwf6ONHYSFpvT33A_O3zafZbCdaJLvU7_Mkpwe3EnZcsRHDWiV72IrH0uM3KsRBSXJszmQToCDIPk_Jd2SawDl/s700/Libro_SaraDurantini_AnnieErnaux.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="337" data-original-width="700" height="308" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj64xB4oPVA2sDDvRRnbNClsj2QVzJKtIw28onjA9QDH32Lgwle7nxwmYPdCJn7EOjA0MKJb_71xLyxl_-LPbreQ6yOngnVjiEhQORuaRXwf6ONHYSFpvT33A_O3zafZbCdaJLvU7_Mkpwe3EnZcsRHDWiV72IrH0uM3KsRBSXJszmQToCDIPk_Jd2SawDl/w640-h308/Libro_SaraDurantini_AnnieErnaux.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p>Su Spotify tutte le canzoni scelte e inserite nel libro <a href="https://www.corsierincorsi.it/p/libro-annie-ernaux-ritratto-di-una-vita.html" target="_blank">«Annie Ernaux. Ritratto di una vita».</a></p><p><br /></p>
<iframe allow="autoplay; clipboard-write; encrypted-media; fullscreen; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="352" loading="lazy" src="https://open.spotify.com/embed/playlist/7IzIdSZAn95vlaX1VrR1Ec?utm_source=generator" style="border-radius: 12px;" width="100%"></iframe>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-54518772378878532562023-07-24T11:56:00.008+02:002023-07-24T11:58:19.448+02:00In nome di Ipazia. Riflessioni sul destino femminile di Dacia Maraini<p style="text-align: justify;">Talvolta sento il bisogno di rileggere le parole di Oriana Fallaci in una intervista del '75 dopo l'uscita del libro <i>Lettera a un bambino mai nato</i>. E ne sento il bisogno perché le sue parole mi danno la possibilità di riflettere sulla storia della condizione femminile e sulla strada fatta fino ad oggi (l'attualità e il coraggio del pensiero di Fallaci sono alcuni degli aspetti che più ammiro e che mi affascinano). </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Ecco, le sue parole le ho rilette anche dopo aver concluso l'ultimo libro di <b>Dacia Maraini, <i>In nome di Ipazia </i>(Solferino, 2023)<i>.</i></b> Una raccolta di articoli scritti per lo più per il <i>Corriere della Sera</i> (salvo diverse indicazioni) che coprono un arco temporale di una cinquantina d'anni. Si va dalla fine degli anni Sessanta fino agli articoli più recenti. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYPDlEYHc3H9dC9V0yFOwesdSR9PfHLe17itm-uu3gDykjrI1lqvg_XXQTLsYZbb_tV7YXfBILE3cv9R7hKo0zeIeRDvBMKAe5_PymlaO0-XwuxyCWKtMTstTBl5S19h_-1oiys3iQ6Gy0xjTl0tbTCRFcytU5W8Sh3mnBTRUJR7430VOD-oesoLO-3hin/s2048/IMG-20230722-WA0002.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1629" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYPDlEYHc3H9dC9V0yFOwesdSR9PfHLe17itm-uu3gDykjrI1lqvg_XXQTLsYZbb_tV7YXfBILE3cv9R7hKo0zeIeRDvBMKAe5_PymlaO0-XwuxyCWKtMTstTBl5S19h_-1oiys3iQ6Gy0xjTl0tbTCRFcytU5W8Sh3mnBTRUJR7430VOD-oesoLO-3hin/w510-h640/IMG-20230722-WA0002.jpg" width="510" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Il fil rouge che unisce questi scritti è già nel sottotitolo del libro: <b><i>Riflessioni sul destino femminile.</i></b> Ritorna quella riflessione che mi accompagna ogni volta che rileggo l'intervista di Oriana Fallaci. Tuttavia, questa volta la riflessione sollecitata dalle parole di Maraini affonda la lama ancora di più in profondità, in quella <b>relazione madre-figlia già raccontata da Luce Irigaray </b>che coinvolge il corpo e il linguaggio. E' proprio dal rapporto con la madre che Dacia Maraini fa risalire la costruzione filologica di questo libro. <b>Topazia, madre intrepida e decisa</b>, madre ardimentosa come viene descritta dalla stessa Maraini. Topazia per il suo temperamento e per il suo coraggio ricorda alla figlia Dacia altre donne della storia, fra tutte <b>Ipazia,</b> la prima scienziata a teorizzare che la Terra non è al centro dell'Universo ma uno dei Pianeti che girano attorno al sole. Ipazia conoscerà la morte per aver espresso il suo pensiero frutto di anni di studi. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Scrive Maraini: <i>"Il nome di Ipazia per me significa riferirmi a un modello di gioiosa e serena fermezza d'animo, quella che ho potuto conoscere in famiglia durante la mia dolorosa infanzia giapponese. Molti mi hanno chiesto e me lo chiedono ancora: ma valeva veramente la pena di rischiare la vita delle figlie bambine per difendere le proprie idee? La mia risposta è sì. Forse perché sento ancora la voce di mia madre che sorridendo dice: non importa quello che dicono gli altri, ma la prima fedeltà alle proprie idee viene da te, accompagnata dalla stima per te stessa. E questa stima devi tenerla sempre alta".</i></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Gli articoli raccolti in questo libro sono una disamina sul destino femminile, uno sguardo attento, coraggioso, coerente con il pensiero e l'attivismo di Maraini fin dall'inizio della sua carriera letteraria. Leggendo si ha come l'impressione di ripercorrere la storia della condizione femminile racchiusa in un racconto accorato, mai melenso, lucido e puntuale, attento ad ogni sfumatura storica e politica, ma soprattutto un racconto in grado di restituire voce e corpo alle donne, quella stessa voce e quello stesso corpo più volte sottratti e maltrattati, annientati dal patriarcato e da una visione fallocentrica che ha influenzato intere generazioni (anche femminili). Non mancano le riflessioni sul significato di libertà della donna, del corpo femminile, sulla presa di coscienza di quel corpo, sul significato di famiglia, così come non mancano gli scritti sulle donne coraggiose e sulle battaglie storiche.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Una lettura che riconcilia con la storia, con il (mio) concetto di essere e diventare donna. Una lettura lontana dalla retorica patinata di certi femminismi dell'ultima ora che sembrano aver scordato proprio le battaglie storiche, troppo impegnati ad incensare le mode e i protagonisti del momento senza accorgersi che proprio questi alimentano gli stereotipi sui quali si basa buona parte del patriarcato. E' bene, di tanto in tanto, ricordarsi da dove veniamo e la strada fatta fino ad oggi perché solo in questo modo, solo recuperando la memoria possiamo avere un atteggiamento consapevole sviluppando un pensiero che sia veramente critico "verso tutte le forme di reificazione dell'essere umano".</p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-80108169253491307592023-07-05T08:06:00.001+02:002023-07-18T08:18:20.612+02:00Giorno di vacanza di Inés Cagnati<p style="text-align: justify;">"Penso che ci siano poche infanzie-paradiso", così <b>Inès Cagnati </b>si racconta alla scrittrice e poetessa Laurence Paton, rivelando di non essere mai stata una bambina felice e di aver preferito "scrivere che parlare". Questo l'ho avvertito in seguito alla lettura di Génie la matta, ed è quello che si ripresenta ora che ho letto <b><i>"Giorno di vacanza" </i>(Adelphi, t</b><span style="text-align: left;"><b>raduzione di Lorenza Di Lella, Francesca Scala)</b></span>. Storie che si nutrono di miserie e tragedie, le stesse che vengono messe sotto la lente d'ingrandimento di Cagnati, illuminate dalla sua scrittura. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_ycY1fad8hJgFxUXvzKA8Wqyr3_0TKOaqLLjERib6Fm6vOB75kRF-LTbWV7z12vtpkWWm8SdwtKi_oJwESZmL9o2L8osIMHIKwKOmvReEDcBkgkxvqQFIWje2adnf6gNUw4_o95LRC7TAz32YeLRvNaE2397V6ZAXXMBpqGwUUtxdoPdQcejNku2j9q91/s2048/IMG-20230705-WA0014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1532" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_ycY1fad8hJgFxUXvzKA8Wqyr3_0TKOaqLLjERib6Fm6vOB75kRF-LTbWV7z12vtpkWWm8SdwtKi_oJwESZmL9o2L8osIMHIKwKOmvReEDcBkgkxvqQFIWje2adnf6gNUw4_o95LRC7TAz32YeLRvNaE2397V6ZAXXMBpqGwUUtxdoPdQcejNku2j9q91/w478-h640/IMG-20230705-WA0014.jpg" width="478" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Come nel libro <a href="https://www.corsierincorsi.it/2022/09/ines-cagnati-genie-la-matta-adelphi-storia-stupro-maternita-follia-intervista-autrice.html" target="_blank"><b><i>"Génie la matta"</i></b></a>, anche in <b>"Giorno di vacanza" (uscito in Francia e premiato nel 1973 con il prix Roger Nimier) </b>il corpo materno diventa un campo minato dalla disperazione e dall'abbandono, dalla povertà e dalla follia. Un corpo che non riesce ad accogliere i suoi figli trasformandosi in un luogo sconosciuto prima di svanire completamente. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Galla, la quattordicenne che riesce ad accedere al liceo grazie alla borsa di studio e alla tenacia della sua insegnante di lettere delle scuole medie, è catapultata nel cosiddetto <b>"mondo dei dominanti", come lo definirebbe <a href="https://www.corsierincorsi.it/2022/12/annie-ernaux-vince-il-premio-nobel-per.html" target="_blank">Annie Ernaux</a></b>. E' in quello spazio circoscritto dalle mura scolastiche, dalle aule, dalle lezioni di italiano e matematica che le viene continuamente ricordato che lei, Galla, non farà mai parte di quel mondo perché proviene dalla classe sociale oppressa, quella dei dominati. Ma Galla non ci sta e con la sua bicicletta percorre trentacinque chilometri per frequentare il liceo che le avrebbe dato ciò che la sua famiglia non ha avuto: la speranza. Mentre attraversa le paludi da cui proviene, quella terra arida dove crescono solo sassi, Galla si aggrappa alla speranza di poter studiare e di guadagnare abbastanza soldi per acquistare una terra fertile per la sua famiglia. Ogni chilometro percorso sulla bicicletta non fa che avvicinarla alla sua speranza. Come in <i>"Génie la matta"</i>, anche in questo libro <b>Inés Cagnati</b> inserisce la narrazione in un climax emotivo che ci trascina fino all'ultima pagina, sconvolgendoci.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Ricordo di aver scritto, dopo la lettura di <i>"Génie la matta"</i>, che avrei atteso con trepidazione altri suoi libri, pochi ma preziosi che lei ha scritto lontana dai salotti parigini, nel silenzio che si confà alla scrittura. Ed ecco una nuova traduzione, sempre per Adelphi. Un libro attuale che racconta con forza la sua storia, la storia di una donna che si è sempre sentita straniera. Un libro che andrebbe analizzato sotto molti aspetti anche quello dell'immigrazione proprio alla luce di quanto sta accadendo a Parigi.</p><div><br /></div>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-20506199386409349222023-06-07T08:00:00.012+02:002023-07-18T08:06:32.167+02:00L'albero e la vite: la riscoperta del capolavoro di Dola de Jong<p style="text-align: justify;">Ci sono romanzi che si sentono fin dalle prime pagine e quello di <b>Dola de Jong, <i>L'albero e la vite</i> </b>(<b>La Nuova Frontiera, 2023, traduzione di Laura Pignatta</b>), è sicuramente uno di questi. Si sente la voce della narratrice, Bea, a cui si affianca quella di Erica. Non siamo davanti a due personaggi, ma a due persone e in questo sta la forza della scrittrice. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG4muRFP-EIrKjsEGg8nugdHU26qgYs-woWG4O-DynDkXxa70TJnzcCXKQ_rJ2ro_bmeL6h48a1-R94k0MCtXmr22JYrCDWUOy08M2ksw08mW9osr0QEQRFUQf17nFUFHGpoPLdcJy57PoZPARhVGI9UIqsyiHslDNIleligHh-QBqY50R9xgJiN9k7MOK/s2048/IMG-20230607-WA0007.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1496" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG4muRFP-EIrKjsEGg8nugdHU26qgYs-woWG4O-DynDkXxa70TJnzcCXKQ_rJ2ro_bmeL6h48a1-R94k0MCtXmr22JYrCDWUOy08M2ksw08mW9osr0QEQRFUQf17nFUFHGpoPLdcJy57PoZPARhVGI9UIqsyiHslDNIleligHh-QBqY50R9xgJiN9k7MOK/w469-h640/IMG-20230607-WA0007.jpg" width="469" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Man mano che le pagine scorrono, Bea ed Erica si svelano davanti a noi, inconsapevoli della piega che la loro esistenza sta prendendo. Condividono lo stesso appartamento e nel tempo condivideranno anche la stessa paura e la stessa angoscia per una vita che sfugge a qualsiasi categorizzazione. </p><p style="text-align: justify;">L'amicizia diventerà un amore inconfessabile di fuoco e acqua. E come si può scappare da qualcosa che arde e al tempo stesso travolge? Sullo sfondo, Amsterdam all'alba della Seconda guerra mondiale. E qui un'altra voce femminile si inserisce nella storia, la madre di Erica. Lei è sempre stata a conoscenza del segreto della figlia, e sarà proprio lei all'origine del dolore di queste due giovani donne innamorate.</p><p style="text-align: justify;">Da leggere anche la postfazione per capire il percorso editoriale e letterario che ha avuto il libro prima di vedere la luce nel 1954.</p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-47917112699214945542023-05-18T08:20:00.003+02:002023-07-18T08:34:18.127+02:00Recitativo, l'unico racconto di Toni Morrison<p style="text-align: justify;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaO3cgR2YDeppf3Bp8CLlQChOCHNER2kGANP4FEwA5cArgSD_gOu7FO48v20vyL-xpyKUzna8czAsKXlnQSIwtTOAnwUkU4esZyIC2OCO20j67dP882iV4QVBg6EG-JNjnC43jzDDk8RnUK4JIMBL0UhnN6rWI_6d5X3dNtL965uIMV7vAFeG11PHy2Dm-/s2048/IMG-20230516-WA0028.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1532" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaO3cgR2YDeppf3Bp8CLlQChOCHNER2kGANP4FEwA5cArgSD_gOu7FO48v20vyL-xpyKUzna8czAsKXlnQSIwtTOAnwUkU4esZyIC2OCO20j67dP882iV4QVBg6EG-JNjnC43jzDDk8RnUK4JIMBL0UhnN6rWI_6d5X3dNtL965uIMV7vAFeG11PHy2Dm-/w478-h640/IMG-20230516-WA0028.jpg" width="478" /></a></b></div><b><br /><i><br /></i></b><p></p><p style="text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></p><p style="text-align: justify;"><b><i>Recitativo </i></b>è l'unico racconto breve di <b>Toni Morrison</b> scritto nel 1980. <b>Premio Nobel per la letturatura nel '93</b>, Morrison condensa in poche pagine una storia dalla quale emerge l'importanza di ogni parola. E come il titolo di del suo ultimo libro, qui l'importanza di ogni parola trascina il lettore nella storia di due bambine, che poi diventano ragazze e donne, le cui esistenze ci portano ad interrogarci sul concetto di "razza", "identità", "appartenenza". Chi sono Twyla e Roberta? Chi sono queste ragazzine affidate allo stesso orfanatrofio poiché le loro madri non sono in grado di fare le madri? Toni Morrison definirà Recitativo un esperimento. E io consiglio caldamente di addentrarsi in questo esperimento umano e letterario.<b> </b></p><p style="text-align: justify;"><b><br /></b></p><p style="text-align: justify;"><b>Pubblicato da Frassinelli, la postfazione è di Zadie Smith</b>. <b>La traduzione di Silvia Fornasiero e Martina Testa.</b></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-63137836170159408122023-03-30T17:49:00.001+02:002023-03-30T17:49:29.836+02:00Alliance Française de Trévise - Annie Ernaux, Portrait d'une vie - Sara Durantini<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhamB8PP3G8FkGoZJ-rFQMEiOpkNUCtj4JHfcZtxx3Iru4OGZeIL7N6ECYx8SDlWGeteWGRbw6TuHLE044uYE9HhrO1ovDQjs3kziaHpKdbYwzUj3P5Xby1or4-mJE9S6DfCSeVPVchOhn4iIP0PNwlCGim61szuOQZOtF5bkv3tp0DILoNNaxj8jSGg/s960/320394072_862097755128019_7998863043840991164_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhamB8PP3G8FkGoZJ-rFQMEiOpkNUCtj4JHfcZtxx3Iru4OGZeIL7N6ECYx8SDlWGeteWGRbw6TuHLE044uYE9HhrO1ovDQjs3kziaHpKdbYwzUj3P5Xby1or4-mJE9S6DfCSeVPVchOhn4iIP0PNwlCGim61szuOQZOtF5bkv3tp0DILoNNaxj8jSGg/w605-h640/320394072_862097755128019_7998863043840991164_n.jpg" width="605" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Registrazione della conferenza in italiano dal
titolo «Annie Ernaux, Ritratto di una vita» tenutasi il 14 marzo a Palazzo
Giacomelli Confindustria Veneto Est di Treviso ospite dell'Alliance
Française. <o:p></o:p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="409" src="https://www.youtube.com/embed/LRTyvTh4FkA" width="493" youtube-src-id="LRTyvTh4FkA"></iframe></div>
<p style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p style="text-align: justify;"><a href="https://www.alliancefrancaise-treviso.it/14-mars-2023-Mme-Sara-Durantini.html" target="_blank">Dal sito dell'Alliance
Française</a><o:p></o:p></p>
<p style="text-align: justify;">Sara Durantini è autrice di Annie Ernaux.
Ritratto di una vita (dei Merangoli editrice, 2022): prima biografia in
italiano della scrittrice francese, insignita nel 2022 del Premio Nobel per la
Letteratura. Al termine dell’incontro, firmacopie.</p>
<p style="text-align: justify;">Il libro<o:p></o:p></p>
<p style="text-align: justify;">Sara Durantini, attraverso un lavoro certosino,
offre al lettore un quadro biografico che culmina nell’incontro con Annie
Ernaux a Cergy, in Francia, per una emozionante intervista che fa parte di
questo libro. </p><p style="text-align: justify;">Il testo, come un reportage, fissa per immagini
gli avvenimenti pubblici e privati della scrittrice francese, che ha rotto gli
argini del falso perbenismo consacrandosi alla scrittura. Sara Durantini
consegna un libro dove narrativa, saggistica e giornalismo si alternano e si
completano restituendo istantanee del passato e del presente che si
ricompongono in questo Ritratto di una vita: dall’infanzia a Lillebonne in
Normandia all’adolescenza, dagli studi alla coscienza di sé, dall’aborto al
matrimonio, dalla nascita dei figli al divorzio, dal tumore al nuovo amore.
Quella che emerge è una donna commovente, lucida e coraggiosa che si afferma
nel panorama mondiale della letteratura.<o:p></o:p></p>
<p style="text-align: justify;">In occasione della conferenza della Dott.ssa
Durantini, saremo lieti di accogliere oltre agli amici dei nostri soci, i
clienti della Libreria Universitaria San Leonardo (Piazza Santa Maria dei
Battuti, 16 - Treviso) e chiunque fosse interessato all’evento.</p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><br /><p></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-92118333420231521822023-03-20T11:31:00.004+01:002023-10-15T12:38:34.406+02:00Trame di donne: cosa accade quando a parlare sono le donne e la loro voce diventa parola scritta?<p><span style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><b>Trame di donne</b></span></span></p><p><span style="text-align: justify;"><br /></span></p><p><span style="text-align: justify;"><b>I</b><b style="font-size: large;">ncontri online in collaborazione con la Libreria Italiana Lussemburgo</b></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><b><br /></b></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><b>Da Virginia Woolf a Marguerite Yourcenar, da Nathalie Sarraute a Marguerite Duras e Alba de Céspedes, da Natalia Ginzburg a Oriana Fallaci e Dacia Maraini fino ad Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022:</b> una galleria di scrittrici che hanno saputo trasformare la narrazione imponendo la propria voce e reinventando gli stili, facendosi portatrici di un inedito punto di osservazione del mondo, quello che prevede un patto rinnovato tra realtà e letteratura. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_CpWNAIZ_5vxxzEnJLb5HHwiYLo-rxh-KoHH7UVUUEgprKxFdKB143BEhCHc9PzBshlI0qXdEkfsnGmkiY6PU1f5SEMUzpz2BJZ-myrpKDpCDqGdIIx36gv5D-sLLZTcoVWjokFu2LRIAAbgxy4Pn8l5YEY9ZwNHu8X4jiy5V4uXyFyvx_11fVcKFmg9K/s1080/320456887_5511731992278139_2484274027208530645_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_CpWNAIZ_5vxxzEnJLb5HHwiYLo-rxh-KoHH7UVUUEgprKxFdKB143BEhCHc9PzBshlI0qXdEkfsnGmkiY6PU1f5SEMUzpz2BJZ-myrpKDpCDqGdIIx36gv5D-sLLZTcoVWjokFu2LRIAAbgxy4Pn8l5YEY9ZwNHu8X4jiy5V4uXyFyvx_11fVcKFmg9K/w640-h640/320456887_5511731992278139_2484274027208530645_n.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-size: 12pt;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><b><br /></b></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><b>Un ciclo di incontri che prevede l'analisi e il commento dei libri e della lingua di queste autrici.</b></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><b><br /></b></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">20
febbraio 2023 dalle 20:00 alle 21:30<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">6
marzo 2023 dalle 20:00 alle 21:30<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">27
marzo 2023 dalle 20:00 alle 21:30<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">17
aprile 2023 dalle 20:00 alle 21:30<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">8
maggio 2023 dalle 20:00 alle 21:30<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p><br /></o:p></span></p>
<h1>Programma<o:p></o:p></h1>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<h2>Autobiografia femminile: storia e cenni di critica letteraria </h2><h2>(lunedì 20
febbraio) <o:p></o:p></h2>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Parlare di scrittura e autobiografia femminile significa
intraprendere un viaggio che dalla storia passa alla società per poi affondare
nella letteratura. Si delimiterà questo viaggio, da un punto di vista
temporale, ai secoli XIX-XX con alcuni accenni al periodo contemporaneo. Si
osserveranno le difficoltà di una trattazione storiografica dell’autobiografia
femminile e di come ci sia, ancora, una certa diffidenza quando si parla di
scrittura unita alla voce delle donne. Da dove nasce la scrittura come racconto
dell’io, come luogo di affermazione e di resistenza? Quando diventa presa di
coscienza di un sentire che non è quello maschile? Analizzando alcuni racconti
di <i>Momenti di essere</i> e brani tratti da <i>Una stanza tutta per sé</i> e vedremo,
quindi, come Virginia Woolf introduce la riflessione sul ruolo della donna e
sul rapporto donna-scrittura.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Da Virginia Woolf a Marguerite Yourcenar, da Nathalie Sarraute a Marguerite Duras e Alba de Céspedes, da Natalia Ginzburg a Oriana Fallaci e Dacia Maraini fino ad Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022: una galleria di scrittrici che hanno saputo trasformare la narrazione imponendo la propria voce e reinventando gli stili, facendosi portatrici di un inedito punto di osservazione del mondo, quello che prevede un patto rinnovato tra realtà e letteratura. Un ciclo di incontri che prevede l'analisi e il commento dei libri e della lingua di queste autrici.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<h2>La scrittura in prima persona e il patto autobiografico </h2><h2>(lunedì 6 marzo)<o:p></o:p></h2>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Alla scoperta dell'autobiografia impersonale di Marguerite
Yourcenar. Anche lei, come Woolf, nel corso della sua vita ha riflettuto sul
ruolo della donna. A partire dal suo celebre discorso in occasione del suo
ingresso all'Académie française, si leggeranno brani tratti dalla trilogia <i>Il
labirinto del mondo</i> osservando come, attraverso uno stile unico, Yourcenar
riesca a condurci come scrittrice e come donna nella sua vita utilizzando una
forma impersonale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<h2>Prima che spariscano: dall'io di Nathalie Sarraute alla voce di Marguerite
Duras e di Alba de Céspedes </h2><h2>(lunedì 27 marzo)<o:p></o:p></h2>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Scavare per portare a galla i ricordi della propria infanzia.
Quello di Nathalie Sarraute è un lavoro introspettivo violento, di strappo e
cuciture tra il ricordo e la sua rielaborazione, tra il visibile e
l'invisibile. Sarraute sfida il genere autobiografico, elaborando un nuovo modo
di narrare l'io e la materia mnemonica. Si leggerà <i>Infanzia</i> per capire da
dove nasca il suo bisogno di immergersi e riemergere dal ricordo materno e di
confrontarsi con la figura onnipresente della madre. L’analisi condurrà verso
altre due scrittrici a lei contemporanee, Marguerite Duras e Alba de Céspedes.
Assonanze e corrispondenze tra queste autrici che hanno fatto dell'io e della
propria vita il fulcro della loro ricerca letteraria.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<h2>Scrittura dell'io e del noi in alcune delle voci italiane più
rappresentative </h2><h2>(lunedì 17 aprile)<o:p></o:p></h2>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Partendo dalla citazione di Oriana Fallaci, «chi scrive si
serve anzitutto di se stesso», si andrà ad esplorare la scrittura di Natalia
Ginzburg (nel suo capolavoro, <i>Lessico famigliare</i>, da «leggersi come un
romanzo») e il suo modo di scrivere la storia personale espandendo il discorso
alla storia collettiva, l'io che diventa "noi" seppur consapevolmente
ancorato alla realtà conosciuta. Tutto questo apre la porta su un'altra
scrittrice che ha proprio chiesto ai lettori di essere letta come un romanzo:
Dacia Maraini. Si entrerà nel vivo della sua scrittura, dello stile, dei
personaggi, dell'intreccio tra letteratura e vita.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<h2>Dall'autobiografia all'auto-socio-biografia </h2><h2>(lunedì 8 maggio)<o:p></o:p></h2>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Concluderemo questo viaggio con Annie Ernaux, insignita del
Nobel per la Letteratura, colei che ha riscritto il genere autobiografico con
una scrittura coraggiosa, politica, chirurgica, etnografica e fotografica.
Leggeremo alcuni brani tratti dai suoi celebri libri, vedremo le connessioni
tra gli eventi raccontati entrando nel cuore del suo stile e componendo una
mappa di quello che potrebbe essere il corpus letterario di Ernaux. Si andranno
a delineare gli eventuali punti di contatto con le autrici fin qui incontrate.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-90262719740201692032023-02-23T10:48:00.005+01:002023-03-06T09:59:00.196+01:00La terra inesplorata delle donne, Dalia Edizioni<p><span style="text-align: center;"><i><a href="https://www.daliaedizioni.it/book/la-terra-inesplorata-delle-donne/" target="_blank">La terra inesplorata delle donne</a></i> (</span><span style="font-size: 16px; text-align: center;">a cura di Sara Durantini) </span><span style="text-align: center;">pubblicato dalla casa editrice Dalia Edizioni.</span></p><p><span style="text-align: center;">Disponibile in tutte le librerie dall'8 marzo e già preordinabile sul sito della casa editrice.</span></p><p><span style="text-align: center;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil-tY3WOuOmOeUrgyjQ8TXWsLjn6LzcA0CacpN2UwqXOm117_nJ3nr5yYsn5QB3EDdVvopARz61TbfPztykSMaBQKsrSeOu0u-kroYUT7VQkQGKo5seIsG8_A3HIFvtHVD3g9Y928gqWl_4mxA7Y81VGsvrplvN5Ls3EdIVKjSWmYCxegpg_DNIcp3GQ/s4961/La%20terra%20inesplorata%20delle%20donne_Prima.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4961" data-original-width="3189" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil-tY3WOuOmOeUrgyjQ8TXWsLjn6LzcA0CacpN2UwqXOm117_nJ3nr5yYsn5QB3EDdVvopARz61TbfPztykSMaBQKsrSeOu0u-kroYUT7VQkQGKo5seIsG8_A3HIFvtHVD3g9Y928gqWl_4mxA7Y81VGsvrplvN5Ls3EdIVKjSWmYCxegpg_DNIcp3GQ/w413-h640/La%20terra%20inesplorata%20delle%20donne_Prima.jpg" width="413" /></a></div><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><br /></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><i>In un mondo disegnato dalle parole degli uomini,<o:p></o:p></i></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><i>irrompe il racconto delle donne a modificarne gli orizzonti.<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Alla luce di tredici candele si ritrova un cenacolo di scrittrici,
dalle loro voci nasce un nuovo continente: <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">è la terra inesplorata delle donne.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Cettina Caliò – Ilaria Palomba – Gisella Blanco – Patrizia D’Antonio –
Manuela Mazzi – Antonietta Gnerre – Emma Saponaro – Raffaella Gambardella –
Elisa Ruotolo – Antonella Rizzo – Sabrina Caregnato – Luigia Sorrentino – Elisa
Longo</p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Tredici scrittrici, tra le più brillanti e non convenzionali del panorama
italiano, raccontano le donne; le osservano mentre accolgono un sapore, una
gioia, un dolore, un’illusione, mentre il fluire della vita le sorprende, le
trasforma, mentre il mondo si trasforma insieme a loro.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Tredici narratrici, insieme alle donne, ragazze, bambine protagoniste
di questo libro corale, cercano e danno forma alla propria voce per offrirla a
tutte le altre, perché nessuna sia più sola, perché raccontare ci renda libere,
ci renda liberi. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ogni scrittrice racconta la metamorfosi derivante dall’aver
sperimentato la perdita o l'amore, il desiderio o il rifiuto, l'abbandono o la
conoscenza. Le storie, in prima persona, tratteggiano brandelli di vita vissuta
oppure osservata. Raccontarsi, per una volta, senza nascondersi dietro al corpo
e alla voce di altre donne (pensatrici, filosofe o scrittrici), al contrario
mostrando il proprio corpo e facendo sentire la propria voce. Spogliarsi per
vestire sé stesse. La sensibilità di queste autrici trova nuovi nessi e nuovi
significati, mettendo in discussione una visione ancorata a un universo
semantico programmaticamente maschile, trasformando i contorni e sfumando i
riferimenti del nostro orizzonte, aprendoci gli occhi verso nuove possibilità
di visione.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i>La terra inesplorata delle
donne</i>, disponibile dall’8 marzo, in concomitanza con la Giornata
Internazionale dei diritti della donna, già preordinabile sul sito della casa
editrice dal 20 febbraio e successivamente nei maggiori store online, sarà
presentato in anteprima nazionale l’8 marzo a Roma presso il salotto letterario
<i>Lettere Caffè</i> in via di San Francesco a Ripa 100/101 a Trastevere alle
ore 18.00. Intervengono la curatrice Sara Durantini e gli editori Roberta
Argenti e Silvano Finistauri. Saranno presenti le autrici Elisa Longo,
Raffaella Gambardella, Ilaria Palomba, Emma Saponaro, Antonella Rizzo, Gisella
Blanco.<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Scrive Sara Durantini, curatrice del libro:<i> “Dai loro racconti
emergeva un vasto continente: era la terra inesplorata di quelle donne. Tutto
ciò che avevano nascosto e custodito per giorni, settimane, mesi, attraverso la
voce, risplendeva ora di una luce che tentavo di catturare.<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i><o:p> </o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>“Ho radunato attorno a me queste tredici scrittrici perché ho
creduto, fin dall’inizio del nostro viaggio, che attraverso la loro voce si
potessero raccogliere storie oppure testimonianze per le donne alle quali è
stata sottratta proprio la voce, alle quali è stato impedito di parlare, di
raccontare, limitandole non solo nella libertà di parola ma anche in quella di
pensiero. È una forma di oppressione che spesso viene sottovalutata ma che, in
realtà, è l’anticamera del possesso e della violenza fisica e mentale. <o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>Le autrici che ho riunito hanno intrecciato una trama dove ogni filo
è rappresentato dalla loro voce. Le storie, in prima persona, delineano i
contorni di una mappa, aperta e inclusiva, per orientarsi nell'universo
femminile, volutamente e consapevolmente troppo a lungo dimenticato,
bistrattato, ghettizzato e relegato in posizioni subalterne.<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>A chi leggerà, il compito di ricomporre i frammenti di queste
scrittrici che attraverso le loro voci hanno costruito un mosaico inedito di
loro stesse, di voi e di noi. Di tutte le donne”. <o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i><o:p> </o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Parte del ricavato delle vendite sarà<i> </i>devoluto all’<i>Associazione
Difesa donne: noi ci siamo </i>di Milano per essere davvero e concretamente
accanto alle donne coraggiose che, tenacemente, hanno raccolto i cocci di chi
ha fatto a pezzi la loro vita e quella dei loro figli per ricominciare a
vivere. È una trasformazione quella che avviene fuori e dentro di loro. Una
rinascita. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>“E allora noi ci siamo: al fianco di queste donne che stanno
rinascendo, con loro camminiamo a testa alta e gridiamo, cantiamo e ci
ribelliamo a qualsiasi forma di silenzio e di oppressione.”<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Bodoni MT",serif; mso-bidi-font-family: "Bodoni MT";"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b>La curatrice<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Sara Durantini, da sempre attenta alla tematica del femminile, nel 2021
pubblica <i>L'evento della scrittura. Sull’autobiografia in Colette, Marguerite
Duras, Annie Ernaux</i>,<i> </i>per la milanese 13 Lab Editore e, nel 2022, <i>Annie
Ernaux. Ritratto di una vita</i>, per <i>dei</i>Merangoli Editrice: la prima
biografia italiana dedicata alla scrittrice francese Premio Nobel per la
Letteratura nel 2022.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">***<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">La terra inesplorata delle donne<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Curatrice: Sara Durantini</span></p><div>Autrici: <span style="text-align: justify;">Cettina Caliò – Ilaria Palomba – Gisella Blanco – Patrizia D’Antonio – Manuela Mazzi – Antonietta Gnerre – Emma Saponaro – Raffaella Gambardella – Elisa Ruotolo – Antonella Rizzo – Sabrina Caregnato – Luigia Sorrentino – Elisa Longo</span> </div><div>Collana: Narrativa</div><div>Data di uscita: Marzo 2023</div><div>Pagine: 152</div><div>Formato: 13.5×21 cm</div><div>Prezzo: 14,00 €</div><div>ISBN: 978-88-99207-61-8</div>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p><br /></o:p></p><div><b><i>Richiedi la tua copia sul sito della casa editrice, in tutte le librerie e sulle piattaforme online:</i></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><a href="https://www.daliaedizioni.it/book/la-terra-inesplorata-delle-donne/" target="_blank">Dalia Edizioni </a></b></div><div><b><a href="https://www.ibs.it/annie-ernaux-ritratto-di-vita-libro-sara-durantini/e/9788898981984" target="_blank">IBS</a></b></div><div><a href="https://www.amazon.it/terra-inesplorata-delle-donne/dp/8899207615/ref=sr_1_4?qid=1677145437&refinements=p_27%3ASara+Durantini&s=books&sr=1-4" target="_blank"><b>Amazon</b></a></div><div><b><a href="https://www.mondadoristore.it/terra-inesplorata-delle-donne-na/eai978889920761/" target="_blank">Mondadori</a></b></div><div><b><a href="https://www.libreriauniversitaria.it/terra-inesplorata-donne-dalia-edizioni/libro/9788899207618" target="_blank">Libreria Universitaria</a></b></div><div><a href="https://www.unilibro.it/libri/f/editore/dalia_edizioni" target="_blank"><b>Unilibro</b></a><span style="text-align: justify;"> </span></div><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p><br /></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Anteprima nazionale<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">8 marzo 2023<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">salotto
letterario <i>Lettere Caffè<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">via di San
Francesco a Ripa, 100/101 - Trastevere (00153 - Roma)<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">ore 18.00<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">info:
info@daliaedizioni.it<o:p></o:p></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-41788170802270767372023-02-12T14:21:00.004+01:002023-02-23T15:59:55.996+01:00"Annie Ernaux. Ritratto di una vita": la prima biografia italiana presentata in Lussemburgo e in Francia<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><u>Dal comunicato stampa realizzato
da Alessia Petrilli <o:p></o:p></u></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><u>Info stampa
segreteria@volpesain.com </u><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Prosegue il tour letterario, che
diventa internazionale, della <b>prima e unica biografia italiana</b> della scrittrice
francese <b>Premio Nobel per la Letteratura 2022</b> <b><i>“Annie Ernaux Ritratto di una
vita” </i>di Sara Durantini, in libreria per <i>dei</i>Merangoli. <o:p></o:p></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Dopo numerose presentazioni in
tante città italiane, il libro, in odore di traduzione in lingua francese, è
arrivato in <b>Lussemburgo il 6 febbraio</b> <b>e sta approdando a Parigi</b> con due doppi
appuntamenti, rispettivamente<b> il 13 e il 15 febbraio</b>. Sara Durantini sarà poi a
Roma con tre nuovi appuntamenti il 19, 24 e 25 febbraio. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRQAeYjbjqx04_4s8RyFXXGIQjdUyz_C13zyhb4wPCSMq2I-snEQtO37KucxhwNIGWIoa_CWKZUd60ZZLhKX_HModT1w9fiXiU2CUyvookTQiCoLbSBg7QX76eoPtl6E_1VT8dpCqyroJXgxVReuy2kamJojLra5KT7dHeDqkrNUNRw6wI141TRM-Smg/s1024/Sara-Durantini-Libro-copertina-Annie-Ernaux-1024x944.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="944" data-original-width="1024" height="369" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRQAeYjbjqx04_4s8RyFXXGIQjdUyz_C13zyhb4wPCSMq2I-snEQtO37KucxhwNIGWIoa_CWKZUd60ZZLhKX_HModT1w9fiXiU2CUyvookTQiCoLbSBg7QX76eoPtl6E_1VT8dpCqyroJXgxVReuy2kamJojLra5KT7dHeDqkrNUNRw6wI141TRM-Smg/w400-h369/Sara-Durantini-Libro-copertina-Annie-Ernaux-1024x944.jpg" width="400" /></a></div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Nel libro <b>la inedita lunga
intervista, raccolta dall’autrice nell’incontro nella casa rifugio di Cergy, </b>in
cui Annie Ernaux tocca tutti i temi a lei cari: femminismo, aborto, maternità,
religione, cibo, scrittura, letteratura che diventano il filo rosso di un racconto
appassionato, senza veli, che nasce da uno scambio a cuore aperto. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Quella che emerge è una donna
commovente, lucida e coraggiosa. <b>Un racconto biografico scritto “con lei e non
su di lei”. </b><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><br /></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpC_R0THMT4QiHRR7tOnaxg1z4Ar6HzPNB7o6pV3bRVpANNdB-l3qM68iCfhhJDW0Od8utUAgVCO53YAn0U-cLhXQN_4qfRyn58oX9lQ3wEGiI2AjLuJraqsLDLohjZsWdjwwJuTwCI3oye-OkZ3U9oUakFQX77y8Avc0odD7ivSGj2f26GF-dZXkWlw/s4640/1668340039007%20(2).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3472" data-original-width="4640" height="478" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpC_R0THMT4QiHRR7tOnaxg1z4Ar6HzPNB7o6pV3bRVpANNdB-l3qM68iCfhhJDW0Od8utUAgVCO53YAn0U-cLhXQN_4qfRyn58oX9lQ3wEGiI2AjLuJraqsLDLohjZsWdjwwJuTwCI3oye-OkZ3U9oUakFQX77y8Avc0odD7ivSGj2f26GF-dZXkWlw/w640-h478/1668340039007%20(2).jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ROMA – Il viaggio della <b>prima e
unica biografia italiana della scrittrice francese Premio Nobel per la
Letteratura 2022 <i>“Annie Ernaux Ritratto di una vita”</i> di Sara Durantini, in
libreria per <i>dei</i>Merangoli,</b> non si ferma. Anzi, varca i confini nazionali
ed è approdato lo scorso <b>6 febbraio in Lussemburgo dove farà tappa nell’unica Libreria
Italiana</b>, per continuare sulla strada verso <b>Parigi per altri due incontri, il
13 ospite della Maison d’Italie e il 15 nella Librairie italienne Tour de
Babel. </b> «Una splendida occasione per far
conoscere il mio libro nel Paese di Annie Ernaux che ha speso parole di
apprezzamento e riconoscenza per la biografia dopo la lettura. Portare il libro
in Lussemburgo e in Francia in alcune librerie italiane spero sia di buon
augurio per la prossima traduzione in francese che in molti mi stanno chiedendo,
compresa la stessa Ernaux che mi ha scritto che spera di vedere la biografia
presto tradotta in francese», commenta l’autrice. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><i>“Annie Ernaux. Ritratto di una
vita”</i></b> sarà poi protagonista, a fine febbraio a Roma, di tre nuovi incontri con
i lettori: il 19 febbraio a Cave (RM) presso il Teatro Comunale Città di Cave,
alle ore 18.30, partecipano Raffaella Gambardella e Luciana Luciani; il 24 febbraio
nella Biblioteca Aldo Fabrizi (via Treia, 14, ore 17.30) a Roma Sara Durantini
dialogherà con la poetessa Gisella Blanco e sabato 25 firmacopie alla Libreria
4-3-3 (viale dei Quattro Venti, 28) dalle ore 17.30 alle 19.00. <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><br /></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>“Annie Ernaux. Ritratto di una
vita” di Sara Durantini </b>è stato pubblicato in concomitanza con il Premio Nobel
ricevuto dalla scrittrice francese. Un ritratto unico nel suo genere, uno
scrigno prezioso che contiene una lunga intervista inedita, a cuore aperto, di
Annie Ernaux avvenuta a casa sua a Cergy nell’autunno del 2021. Un racconto
biografico scritto “con lei e non su di lei”: i<b>l libro nasce da un progetto
personale e indipendente lungo vent’anni, dal desiderio e interesse di Sara
Durantini di avvicinare una scrittrice tanto importante e fondante per il suo lavoro
e per la sua formazione di donna.</b> È il risultato di un lavoro meticoloso, di
ricerca e di studio di tutto il corpus letterario della scrittrice francese
(anche dei testi non ancora tradotti in italiano), la lettura delle lettere
scritte all'amica Marie Claude in cui parla anche del suo primo libro <i>L'arbre</i>
(materiale a oggi inedito in Italia). <o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Sara Durantini reinventa Annie
Ernaux immaginando gli incontri con l'amante russo, a partire dal diario <i>Se
perdre</i> inedito in Italia, e con Bernard Pivot; la racconta nella sua
quotidianità casalinga ispirandosi ai testi contenuti nel <i>Cahiers </i>a lei
dedicato, al suo <i>Atelier Noir</i> e ai saggi critici firmati da Fabien
Arribert‐Narce, Isabelle Charpentier, Bruno Chaouat e dalla stessa Michèle
Bacholle.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">L’autrice consegna al lettore <b>un
libro in cui narrativa, saggistica e giornalismo si alternano e si completano</b>
restituendo istantanee del passato e del presente che si ricompongono in questo
ritratto di una vita: dall’infanzia a Lillebonne in Normandia all’adolescenza,
dagli studi alla coscienza di sé, dall’aborto al matrimonio, dalla nascita dei
figli al divorzio, dal tumore al nuovo amore. Quella che emerge è una donna
commovente, lucida e coraggiosa.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Una biografia romanzata che punta
su una continua tensione emotiva. </b>Sara Durantini ha cercato di raccontare Annie
Ernaux collocandola nei luoghi della sua storia, quelli che la scrittrice
francese nell'intervista chiama “matriciali”, che esistono nella realtà ma che
nella sua mente assumono un aspetto differente e che si lega alla memoria e al
ricordo. Un perfetto intreccio tra le voci delle due scrittrici che si legano e
diventano complici per ricostruire la trama della esistenza di Annie Ernaux dai
primi anni fino ad oggi, l’esistenza di questa donna e immensa scrittrice che
ha messo tutta sé stessa nella scrittura, come afferma in un passaggio
dell’intervista «Credo di essere segnata per sempre da una certa idea di
raggiungere la salvezza non in cielo ma sulla terra. Per me ciò avviene in due
modi: attraverso il mio pieno impegno nella letteratura e, in misura minore,
attraverso l’impegno politico. Ho riposto tutto nella letteratura, è lì che
risiede l’idea della salvezza non tanto personale, è l’idea di donare, visto
che la letteratura è anche un dono che si fa». E i suoi lettori ringraziano.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><br /></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWDOe2KvOWGXHc0zIBw1r4sZYiuHvTbKTcBgQWOJcUrCs6oH6aAC9AV7ItZL-CstHzgnHUUXV-Iugp091IFD8DIY5nZNCrtPfvBb4c7PBf84q7thHmWJkZ_vx7ci3XhAQ7gnSbiAqANndOP2X2j40qUOx_VNrLHzpjBJTbNbd_CcVKMV_ufUTrO8T1w/s760/copertina.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="760" data-original-width="536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWDOe2KvOWGXHc0zIBw1r4sZYiuHvTbKTcBgQWOJcUrCs6oH6aAC9AV7ItZL-CstHzgnHUUXV-Iugp091IFD8DIY5nZNCrtPfvBb4c7PBf84q7thHmWJkZ_vx7ci3XhAQ7gnSbiAqANndOP2X2j40qUOx_VNrLHzpjBJTbNbd_CcVKMV_ufUTrO8T1w/w283-h400/copertina.jpg" width="283" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><div>AUTORE: Sara Durantini</div><div>ILLUSTRAZIONI: Floriana Porta</div><div>TRADUZIONE dell'intervista: Luigi Romildo</div><div>COLLANA: Cortili</div><div>DATA DI USCITA: Novembre 2022</div><div>PAGINE: 154</div><div>FORMATO: 14x20 cm</div><div>PREZZO: 18,00 €</div><div>ISBN: 978-88-98981-98-4</div><div><br /></div><p></p><div><b><i>Richiedi la tua copia sul sito della casa editrice, in tutte le librerie e sulle piattaforme online:</i></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><a href="https://deimerangoli.it/shop/annie-ernaux-ritratto-una-vita/" target="_blank"><i>dei</i>Merangoli</a></b></div><div><b><a href="https://www.ibs.it/annie-ernaux-ritratto-di-vita-libro-sara-durantini/e/9788898981984" target="_blank">IBS</a></b></div><div><a href="https://www.amazon.it/Annie-Ernaux-Ritratto-una-vita/dp/8898981988/" target="_blank"><b>Amazon</b></a></div><div><b><a href="https://www.lafeltrinelli.it/annie-ernaux-ritratto-di-vita-libro-sara-durantini/e/9788898981984" target="_blank">Feltrinelli </a></b></div><div><b><a href="https://www.mondadoristore.it/Annie-Ernaux-Ritratto-di-vita-Sara-Durantini/eai978889898198/" target="_blank">Mondadori</a></b></div><div><a href="https://www.hoepli.it/libro/annie-ernaux-ritratto-di-una-vita/9788898981984.html" target="_blank"><b>Hoepli</b></a></div><div><a href="https://www.libraccio.it/libro/9788898981984/sara-durantini/annie-ernaux-ritratto-di-una-vita.html" target="_blank"><b>Libraccio</b></a></div><div><a href="https://www.unilibro.it/libro/durantini-sara/annie-ernaux-ritratto-di-una-vita/9788898981984" target="_blank"><b>Unilibro</b></a></div><div><br /></div><div><br /></div><div><span style="text-align: justify;">Rassegna stampa: </span><a href="https://deimerangoli.it/shop/annie-ernaux-ritratto-una-vita/" style="text-align: justify;">https://deimerangoli.it/shop/annie-ernaux-ritratto-una-vita/</a></div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">Sara Durantini, nata a San
Martino dall’Argine (MN) nel 1984, è laureata in Lettere moderne e da
giovanissima inizia a dedicarsi alla scrittura. Infatti, vince l’edizione 2005-
2006 per la sezione inediti del Premio Tondelli con il racconto <i>L’odore del
fieno </i>e nel 2007 pubblica <i>Nel nome del padre</i> (Fernandel Editore). Partecipa
alle antologie collettive di varie case editrici. Nel 2021 pubblica <i>L’evento
della scrittura. Sull’autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras, Annie
Ernaux</i> (13lab editore). Da oltre dieci anni scrive articoli per riviste
letterarie online e cartacee.</span><span style="text-align: left;"> </span></p><div><br /></div>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4375680193179667199.post-47545502636840123342022-12-12T12:08:00.054+01:002023-07-16T12:41:44.328+02:00Annie Ernaux vince il Premio Nobel per la Letteratura 2022<p style="text-align: justify;"><i>Mercoledì 7 dicembre, davanti all'Accademia svedese, Annie Ernaux ha tenuto il discorso dopo essere stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura. La cerimonia ufficiale di consegna del Premio Nobel si è tenuta sabato 10 dicembre. </i></p><p style="text-align: justify;"><i>Riporto per esteso e in lingua originale il discorso di Annie Ernaux. </i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0rMq9BiB8o5IG5vAlwP9VpfPf0LlRKX3TepLKKuyZFA7AWNS2jahjdEYzkhrKUlUbFTlI1-jvxA9W5z5DAZPl4wkBMs1PShbYOsNgesfQUegwVpYuiEo8eQOfwcUaf7Si4p46D-9tahICw-1dGyfN1L-9FJUFApcSLlGtiKastUVzRntbltsEr5zlBeKw/s1280/annie%20ernaux%20nobel%20prize_2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0rMq9BiB8o5IG5vAlwP9VpfPf0LlRKX3TepLKKuyZFA7AWNS2jahjdEYzkhrKUlUbFTlI1-jvxA9W5z5DAZPl4wkBMs1PShbYOsNgesfQUegwVpYuiEo8eQOfwcUaf7Si4p46D-9tahICw-1dGyfN1L-9FJUFApcSLlGtiKastUVzRntbltsEr5zlBeKw/w640-h360/annie%20ernaux%20nobel%20prize_2.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: justify;">«J’écrirai pour venger ma race.» Elle faisait écho au cri de Rimbaud : «Je suis de race inférieure de toute éternité.» J’avais 22 ans.(…)</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Par où commencer ? Cette question, je me la suis posée des dizaines de fois devant la page blanche. Comme s’il me fallait trouver la phrase, la seule, qui me permettra d’entrer dans l’écriture du livre et lèvera d’un seul coup tous les doutes. Une sorte de clef. Aujourd’hui, pour affronter une situation que, passé la stupeur de l’événement – « est-ce bien à moi que ça arrive ? » – mon imagination me présente avec un effroi grandissant, c’est la même nécessité qui m’envahit. Trouver la phrase qui me donnera la liberté et la fermeté de parler sans trembler, à cette place où vous m’invitez ce soir.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Cette phrase, je n’ai pas besoin de la chercher loin. Elle surgit. Dans toute sa netteté, sa violence. Lapidaire. Irréfragable. Elle a été écrite il y a soixante ans dans mon journal intime. J’écrirai pour venger ma race. Elle faisait écho au cri de Rimbaud : « Je suis de race inférieure de toute éternité ». J’avais vingt-deux ans. J’étais étudiante en Lettres dans une faculté de province, parmi des filles et des garçons pour beaucoup issus de la bourgeoisie locale. Je pensais orgueilleusement et naïvement qu’écrire des livres, devenir écrivain, au bout d’une lignée de paysans sans terre, d’ouvriers et de</p><p style="text-align: justify;">petits-commerçants, de gens méprisés pour leurs manières, leur accent, leur inculture, suffirait à réparer l’injustice sociale de la naissance. Qu’une victoire individuelle effaçait des siècles de domination et de pauvreté, dans une illusion que l’Ecole avait déjà entretenue en moi avec ma réussite scolaire. En quoi ma réalisation personnelle aurait-elle pu racheter quoi que ce soit des humiliations et des offenses subies ? Je ne me posais pas la question. J’avais quelques excuses.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Depuis que je savais lire, les livres étaient mes compagnons, la lecture mon occupation naturelle en dehors de l’école. Ce goût était entretenu par une mère, elle-même grande lectrice de romans entre deux clients de sa boutique, qui me préférait lisant plutôt que cousant et tricotant. La cherté des livres, la suspicion dont ils faisaient l’objet dans mon école religieuse, me les rendaient encore plus désirables. Don Quichotte, Voyages de Gulliver, Jane Eyre, contes de Grimm et d’Andersen, David Copperfield, Autant en emporte le vent, plus tard Les Misérables, Les raisins de la colère, La Nausée, L’étranger : c’est le hasard, plus que des prescriptions venues de l’Ecole, qui déterminait mes lectures.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Le choix de faire des études de lettres avait été celui de rester dans la littérature, devenue la valeur supérieure à toutes les autres, un mode de vie même qui me faisais me projeter dans un roman de Flaubert ou de Virginia Woolf et de les vivre littéralement. Une sorte de continent que j’opposais inconsciemment à mon milieu social. Et je ne concevais l’écriture que comme la possibilité de transfigurer le réel.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Ce n’est pas le refus d’un premier roman par deux ou trois éditeurs – roman dont le seul mérite était la recherche d’une forme nouvelle – qui a rabattu mon désir et mon orgueil. Ce sont des situations de la vie où être une femme pesait de tout son poids de différence avec être un homme dans une société où les rôles étaient définis selon les sexes, la contraception interdite et l’interruption de grossesse un crime. En couple avec deux enfants, un métier d’enseignante, et la charge de l’intendance familiale, je m’éloignais de plus en plus chaque jour de l’écriture et de ma promesse de venger ma race. Je ne pouvais lire « La parabole de la loi » dans Le procès de Kafka sans y voir la figuration de mon destin : mourir sans avoir franchi la porte qui n’était faite que pour moi, le livre que seule je pourrais écrire.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Mais c’était sans compter sur le hasard privé et historique. La mort d’un père qui décède trois jours après mon arrivée chez lui en vacances, un poste de professeur dans des classes dont les élèves sont issus de milieux populaires semblables au mien, des mouvements mondiaux de contestation : autant d’éléments qui me ramenaient par des voies imprévues et sensibles au monde de mes origines, à ma « race », et qui donnaient à mon désir d’écrire un caractère d’urgence secrète et absolue. Il ne s’agissait pas, cette fois, de me livrer à cet illusoire « écrire sur rien » de mes vingt ans, mais de plonger dans l’indicible d’une mémoire refoulée et de mettre au jour la façon d’exister des miens. Ecrire afin de comprendre les raisons en moi et hors de moi qui m’avaient éloignée de mes origines.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Aucun choix d’écriture ne va de soi. Mais ceux qui, immigrés, ne parlent plus la langue de leurs parents, et ceux, transfuges de classe sociale, n’ont plus tout à fait la même, se pensent et s’expriment avec d’autres mots, tous sont mis devant des obstacles supplémentaires. Un dilemme. Ils ressentent, en effet, la difficulté, voire l’impossibilité d’écrire dans la langue acquise, dominante, qu’ils ont appris à maîtriser et qu’ils admirent dans ses œuvres littéraires, tout ce qui a trait à leur monde d’origine, ce monde premier fait de sensations, de mots qui disent la vie quotidienne, le travail, la place occupée dans la société. Il y a d’un côté la langue dans laquelle ils ont appris à nommer les choses, avec sa brutalité, avec ses silences, celui, par exemple, du face à face entre une mère et un fils, dans le très beau texte d’Albert Camus, « Entre oui et non ». De l’autre, les modèles des œuvres admirées, intériorisées, celles qui ont ouvert l’univers premier et auxquelles ils se sentent redevables de leur élévation, qu’ils considèrent même souvent comme leur vraie patrie. Dans la mienne figuraient Flaubert, Proust, Virginia Woolf : au moment de reprendre l’écriture, ils ne m’étaient d’aucun secours. Il me fallait rompre avec le « bien écrire », la belle phrase, celle-là même que j’enseignais à mes élèves, pour extirper, exhiber et comprendre la déchirure qui me traversait. Spontanément, c’est le fracas d’une langue charriant colère et dérision, voire grossièreté, qui m’est venue, une langue de l’excès, insurgée, souvent utilisée par les humiliés et les offensés, comme la seule façon de répondre à la mémoire des mépris, de la honte et de la honte de la honte</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Très vite aussi, il m’a paru évident – au point de ne pouvoir envisager d’autre point de départ – d’ancrer le récit de ma déchirure sociale dans la situation qui avait été la mienne lorsque j’étais étudiante, celle, révoltante, à laquelle l’Etat français condamnait toujours les femmes, le recours à l’avortement clandestin entre les mains d’une faiseuse d’anges. Et je voulais décrire tout ce qui est arrivé à mon corps de fille, la découverte du plaisir, les règles. Ainsi, dans ce premier livre, publié en 1974, sans que j’en sois alors consciente, se trouvait définie l’aire dans laquelle je placerais mon travail d’écriture, une aire à la fois sociale et féministe. Venger ma race et venger mon sexe ne feraient qu’un désormais.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Comment ne pas s’interroger sur la vie sans le faire aussi sur l’écriture ? Sans se demander si celle-ci conforte ou dérange les représentations admises, intériorisées sur les êtres et les choses ? Est-ce que l’écriture insurgée, par sa violence et sa dérision, ne reflétait pas une attitude de dominée ? Quand le lecteur était un privilégié culturel, il conservait la même position de surplomb et de condescendance par rapport au personnage du livre que dans la vie réelle. C’est donc, à l’origine, pour déjouer ce regard qui, porté sur mon père dont je voulais raconter la vie, aurait été insoutenable et, je le sentais, une trahison, que j’ai adopté, à partir de mon quatrième livre, une écriture neutre, objective, « plate » en ce sens qu’elle ne comportait ni métaphores, ni signes d’émotion. La violence n’était plus exhibée, elle venait des faits eux-mêmes et non de l’écriture. Trouver les mots qui contiennent à la fois la réalité et la sensation procurée par la réalité, allait devenir, jusqu’à aujourd’hui, mon souci constant en écrivant, quel que soit l’objet.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Continuer à dire « je » m’était nécessaire. La première personne – celle par laquelle, dans la plupart des langues, nous existons, dès que nous savons parler, jusqu’à la mort – est souvent considérée, dans son usage littéraire, comme narcissique dès lors qu’elle réfère à l’auteur, qu’il ne s’agit pas d’un « je » présenté comme fictif. Il est bon de rappeler que le « je », jusque là privilège des nobles racontant des hauts faits d’armes dans des Mémoires, est en France une conquête démocratique du XVIIIème siècle, l’affirmation de l’égalité des individus et du droit à être sujet de leur histoire, ainsi que le revendique Jean-Jacques Rousseau dans ce premier préambule des Confessions : « Et qu’on n’objecte pas que n’étant qu’un homme du peuple, je n’ai rien à dire qui mérite l’attention des lecteurs. […] Dans quelque obscurité que j’aie pu vivre, si j’ai pensé plus et mieux que les Rois, l’histoire de mon âme est plus intéressante que celle des leurs ».</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Ce n’est pas cet orgueil plébéien qui me motivait (encore que…) mais le désir de me servir du « je » – forme à la fois masculine et féminine – comme un outil exploratoire qui capte les sensations, celles que la mémoire a enfouies, celles que le monde autour ne cesse de nous donner, partout et tout le temps. Ce préalable de la sensation est devenu pour moi à la fois le guide et la garantie de l’authenticité de ma recherche. Mais à quelles fins ? Il ne s’agit pas pour moi de raconter l’histoire de ma vie ni de me délivrer de ses secrets mais de déchiffrer une situation vécue, un événement, une relation amoureuse, et dévoiler ainsi quelque chose que seule l’écriture peut faire exister et passer, peut-être, dans d’autres consciences, d’autres mémoires. Qui pourrait dire que l’amour, la douleur et le deuil, la honte, ne sont pas universels ? Victor Hugo a écrit : « Nul de nous n’a l’honneur d’avoir une vie qui soit à lui ». Mais toutes choses étant vécues inexorablement sur le mode individuel – « c’est à moi que ça arrive » – elles ne peuvent être lues de la même façon, que si le « je » du livre devient, d’une certaine façon, transparent, et que celui du lecteur ou de la lectrice vienne l’occuper. Que ce Je soit en somme transpersonnel, que le singulier atteigne l’universel.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">C’est ainsi que j’ai conçu mon engagement dans l’écriture, lequel ne consiste pas à écrire « pour » une catégorie de lecteurs, mais « depuis » mon expérience de femme et d’immigrée de l’intérieur, depuis ma mémoire désormais de plus en plus longue des années traversées, depuis le présent, sans cesse pourvoyeur d’images et de paroles des autres. Cet engagement comme mise en gage de moi-même dans l’écriture est soutenu par la croyance, devenue certitude, qu’un livre peut contribuer à changer la vie personnelle, à briser la solitude des choses subies et enfouies, à se penser différemment. Quand l’indicible vient au jour, c’est politique.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">On le voit aujourd’hui avec la révolte de ces femmes qui ont trouvé les mots pour bouleverser le pouvoir masculin et se sont élevées, comme en Iran, contre sa forme la plus violente et la plus archaïque. Ecrivant dans un pays démocratique, je continue de m’interroger, cependant, sur la place occupée par les femmes, y compris dans le champ littéraire. Leur légitimité à produire des œuvres n’est pas encore acquise. Il y a en France et partout dans le monde, des intellectuels masculins, pour qui les livres écrits par les femmes n’existent tout simplement pas, ils ne les citent jamais. La reconnaissance de mon travail par l’Académie suédoise constitue un signal de justice et d’espérance pour toutes les écrivaines.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Dans la mise au jour de l’indicible social, cette intériorisation des rapports de domination de classe et/ou de race, de sexe également, qui est ressentie seulement par ceux qui en sont l’objet, il y a la possibilité d’une émancipation individuelle mais également collective. Déchiffrer le monde réel en le dépouillant des visions et des valeurs dont la langue, toute langue, est porteuse, c’est en déranger l’ordre institué, en bouleverser les hiérarchies.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Mais je ne confonds pas cette action politique de l’écriture littéraire, soumise à sa réception par le lecteur ou la lectrice avec les prises de position que je me sens tenue de prendre par rapport aux événements, aux conflits et aux idées. J’ai grandi dans la génération de l’après-guerre mondiale où il allait de soi que des écrivains et des intellectuels se positionnent par rapport à la politique de la France et s’impliquent dans les luttes sociales. Personne ne peut dire aujourd’hui si les choses auraient tourné autrement sans leur parole et leur engagement. Dans le monde actuel, où la multiplicité des sources d’information, la rapidité du remplacement des images par d’autres, accoutument à une forme d’indifférence, se concentrer sur son art est une tentation. Mais, dans le même temps, il y a en Europe – masquée encore par la violence d’une guerre impérialiste menée par le dictateur à la tête de la Russie – la montée d’une idéologie de repli et de fermeture, qui se répand et gagne continument du terrain dans des pays jusqu’ici démocratiques. Fondée sur l’exclusion des étrangers et des immigrés, l’abandon des économiquement faibles, sur la surveillance du corps des femmes, elle m’impose, à moi, comme à tous ceux pour qui la valeur d’un être humain est la même, toujours et partout, un devoir de vigilance. Quant au poids du sauvetage de la planète, détruite en grande partie par l’appétit des puissances économiques ne saurait peser, comme il est à craindre, sur ceux qui sont déjà demunis. Le silence, dans certains moments de l’Histoire, n’est pas de mise.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">En m’accordant la plus haute distinction littéraire qui soit, c’est un travail d’écriture et une recherche personnelle menés dans la solitude et le doute qui se trouvent placés dans une grande lumière. Elle ne m’éblouit pas. Je ne regarde pas l’attribution qui m’a été faite du prix Nobel comme une victoire individuelle. Ce n’est ni orgueil ni modestie de penser qu’elle est, d’une certaine façon, une victoire collective. J’en partage la fierté avec ceux et celles qui, d’une façon ou d’une autre souhaitent plus de liberté, d’égalité et de dignité pour tous les humains, quels que soient leur sexe et leur genre, leur peau et leur culture. Ceux et celles qui pensent aux générations à venir, à la sauvegarde d’une Terre que l’appétit de profit d’un petit nombre continue de rendre de moins en moins vivable pour l’ensemble des populations.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Si je me retourne sur la promesse faite à vingt ans de venger ma race, je ne saurais dire si je l’ai réalisée. C’est d’elle, de mes ascendants, hommes et femmes durs à des tâches qui les ont fait mourir tôt, que j’ai reçu assez de force et de colère pour avoir le désir et l’ambition de lui faire une place dans la littérature, dans cet ensemble de voix multiples qui, très tôt, m’a accompagnée en me donnant accès à d’autres mondes et d’autres pensées, y compris celle de m’insurger contre elle et de vouloir la modifier. Pour inscrire ma voix de femme et de transfuge sociale dans ce qui se présente toujours comme un lieu d’émancipation, la littérature.</p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #2e2a25; font-family: "Times",serif; font-size: 13.5pt;"><br /></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #2e2a25; font-family: "Times",serif; font-size: 13.5pt;"><br /></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline; widows: 2; word-spacing: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrGsxGpkfT-XduI80NHM4RUhDPwGI1cOvHar_ZO3gyh2JNK1yeO28QD0RlAvyzwHYqJk8Ssid1Ry528B9kXop0BLREPglw-Ku8xA6OUC_QMf2NlMc3g648sBNGX0Xt13UGmtTNRlZ8PZFPBdzr5fl-LnZCl9_3uyg4nkfg7U7ZnfchU25I3ABa1TiVTyMT/s856/annie%20ernaux%20nobel%203.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="856" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrGsxGpkfT-XduI80NHM4RUhDPwGI1cOvHar_ZO3gyh2JNK1yeO28QD0RlAvyzwHYqJk8Ssid1Ry528B9kXop0BLREPglw-Ku8xA6OUC_QMf2NlMc3g648sBNGX0Xt13UGmtTNRlZ8PZFPBdzr5fl-LnZCl9_3uyg4nkfg7U7ZnfchU25I3ABa1TiVTyMT/w640-h360/annie%20ernaux%20nobel%203.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMIywYdztK81j49B9YcpqGNrHeNsXPmtjSA6AoO23rGjpVkE_mOALBmzF0INe7OFkcU6a7AuYPQptUtSVlsr0pPn68vQor9njJd-A2yldr89qGLcVmVqUQkmJ9k4LT2YQPEPNQQPxXIkuiKcnY6KVN-vUDtYkpFgt5uc-0SKO7STTt-f0g8Lnv-KincUz-/s375/annie%20ernaux%20nobel%204.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="375" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMIywYdztK81j49B9YcpqGNrHeNsXPmtjSA6AoO23rGjpVkE_mOALBmzF0INe7OFkcU6a7AuYPQptUtSVlsr0pPn68vQor9njJd-A2yldr89qGLcVmVqUQkmJ9k4LT2YQPEPNQQPxXIkuiKcnY6KVN-vUDtYkpFgt5uc-0SKO7STTt-f0g8Lnv-KincUz-/w640-h426/annie%20ernaux%20nobel%204.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN09ESsZI1-OPYb3ptuxEzuu19s_hzhQA66HMhp-cKT8gG85bqpqcL1qg3tnoU-RDZTnwZmjJPWXbJuGxQFUokaIuh2Rmj9yqkC9wvaqtcmduUzH97EnWGlAE7EAlKQuynL5yuE3ipHTiFrquhS0bo-DEZp6tHg0QxMM8xsEnH8uFpJCyQosDEYMGlA5jE/s275/annie%20ernaux%20nobel%20prize.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN09ESsZI1-OPYb3ptuxEzuu19s_hzhQA66HMhp-cKT8gG85bqpqcL1qg3tnoU-RDZTnwZmjJPWXbJuGxQFUokaIuh2Rmj9yqkC9wvaqtcmduUzH97EnWGlAE7EAlKQuynL5yuE3ipHTiFrquhS0bo-DEZp6tHg0QxMM8xsEnH8uFpJCyQosDEYMGlA5jE/w640-h426/annie%20ernaux%20nobel%20prize.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #2e2a25; font-family: "Times",serif; font-size: 13.5pt;"><br /></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><span face="Open Sans, sans-serif" style="color: #222222;"><span style="background-color: white; font-size: 15px;"><i>“Annie Ernaux, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 2022. Con lei hanno vinto tutte le donne.”</i> (Sara Durantini)</span></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;">Dal libro </span><i style="color: #222222; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px;"><a href="https://www.corsierincorsi.it/p/libro-annie-ernaux-ritratto-di-una-vita.html" target="_blank">"Annie Ernaux. Ritratto di una vita"</a></i><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;"> (novembre 2022, <i>dei</i>Merangoli editrice)</span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><span face="Open Sans, sans-serif" style="color: #222222;"><span style="background-color: white; font-size: 15px;"><br /></span></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><span face="Open Sans, sans-serif" style="color: #222222;"><span style="background-color: white; font-size: 15px;">Traduzione dell’intervista ad Annie Ernaux a cura di Luigi Romildo.</span></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;">Immagine di copertina e immagini interne: Floriana Porta, <i>Ritratto di Annie Ernaux</i>, acquarello su carta, 2022.</span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;"><br /></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; margin-bottom: calc(var(--baseIncrement)*4); margin-top: 0cm; text-align: justify; text-rendering: optimizelegibility; vertical-align: baseline;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl3Vxq1mWrjF0LMqM-fkbBeLgERDZxBHE-4AjhQFbyiDKfLCpMBQXzBXynnP_lHdchJrVws-XXxJIzpqZLSJSiKIc-T41yhFDOfPDklRi177Eii6bRC0VLjlUORWEDYSWZuXleGOQAlaEZvkdVz1LpRJFL-wuU9EKO094mOXs-gLGMPuNQQOeL9NnqTda7/s1440/annie%20ernaux_durantini.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1440" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl3Vxq1mWrjF0LMqM-fkbBeLgERDZxBHE-4AjhQFbyiDKfLCpMBQXzBXynnP_lHdchJrVws-XXxJIzpqZLSJSiKIc-T41yhFDOfPDklRi177Eii6bRC0VLjlUORWEDYSWZuXleGOQAlaEZvkdVz1LpRJFL-wuU9EKO094mOXs-gLGMPuNQQOeL9NnqTda7/w640-h426/annie%20ernaux_durantini.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Annie Ernaux con Sara Durantini. Cergy, 29 ottobre 2021. Incontro-intervista contenuto nel libro "Annie Ernaux. Ritratto di una vita" </td></tr></tbody></table><br /><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;"><br /></span><p></p>SaraDurantinihttp://www.blogger.com/profile/05422023426970276850noreply@blogger.com0